Franco Panizza

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  • TESTO SULLA VITE E SUL VINO, PROSSIMA SETTIMANA IN AULA

    TESTO UNICO VITE E VINO, PANIZZA (PATT): PROSSIMA SETTIMANA PROVVEDIMENTO IN AULA SENATO

    "La prossima settimana il testo unico sulla vite e sul vino arriverà in aula."

    Lo annuncia in una nota il segretario politico del PATT, sen. Franco Panizza, nonché correlatore del Provvedimento.

    "In Commissione Agricoltura - spiega Panizza - stiamo procedendo velocemente per giungere quanto prima all'approvazione definitiva di un provvedimento molto atteso da tutto il mondo del vino.

    Ieri abbiamo approvato una serie di ordini del giorno con cui si impegna il Governo ad affrontare alcuni aspetti, già a partire dai decreti attuativi del provvedimento.

    È il caso di un mio ordine del giorno, presentato assieme alla correlatrice Pignedoli, per la tutela della competitività regionale nella nuova disciplina per l'assegnazione delle autorizzazioni per i nuovi impianti vitivinicoli. Il documento approvato impegna il governo a tener conto delle diverse situazioni territoriali, a favorire le aziende in grado di garantire produzioni qualitativamente in linea con le richieste del mercato, a tutelare i piccoli e medi imprenditori, a promuovere il ricambio generazionale e la viticoltura sostenibile praticata nelle aree maggiormente vocate per la produzione a denominazione controllata.

    Il secondo riguarda la salvaguardia dei paesaggi rurali storici e la valorizzazione e promozione delle coltivazioni viticole di montagna. La richiesta al Governo è di promuovere, sostenere e valorizzare i vigneti autoctoni, soprattutto quando dislocati in situazioni "eroiche" e caratterizzate dai terrazzamenti con muretti a secco. Il tutto incentivando e rafforzando le sinergie sul terreno delle fattorie didattiche e delle aziende agrituristiche. Il legame dell'agricoltura con il turismo deve essere sempre più forte per valorizzare appieno l'appeal di un territorio e i tratti identitari per la crescita di un turismo esperienziale.

    Il terzo è quello sulla Governance dei consorzi di tutela e valorizzazione che raccoglie alcune sollecitazioni della Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti, al fine di garantire la partecipazione e quindi la condivisione sulle decisioni che riguardano il settore da parte di tutti gli operatori della filiera, anche di quelli non associati a cooperative ma che coi loro marchi di alta qualità contribuiscono all'immagine del settore.

    Tra gli altri ordini del giorno approvati, ve ne è anche uno, sempre segnalato dal settore, relativo alla semplificazione burocratica di un settore composto in maggioranza da piccole imprese, come quello del settore degli zuccherifici.

    Questi ordini del giorno - insiste Panizza - sono anche il frutto del confronto serrato che in queste settimane abbiamo avuto con molti dei soggetti interessati dal provvedimento, confronto che abbiamo avuto in sede nazionale ma anche personalmente in Trentino.

    Da parte di tutti è emersa la richiesta di una rapida approvazione di un provvedimento che ha avuto un lungo ma proficuo tempo di gestazione alla Camera.

    Per questo sono contento - conclude il senatore trentino - della velocità che con la collega Pignedoli siamo riusciti a dare ai lavori in commissione, grazie anche a un paziente lavoro di mediazione politica. L'obiettivo deve essere quello di andare quanto prima all'approvazione definitiva di un testo davvero corposo e importante, che mette ordine nel settore e introduce importanti novità per renderlo più garantito dal punto di vista della qualità e più competitivo sui mercati internazionali."  

  • RIFORMA DEL CREDITO COOPERATIVO, MANTENERE I LEGAMI CON IL TERRITORIO

    COMUNICATO STAMPA - "Mantenere il legame col territorio, la funzione sociale e di crescita delle comunità locali che da sempre contraddistinguono il credito cooperativo. Un patrimonio che sarebbe assurdo disperdere e che per questo va maneggiato con grandissima cura e attenzione".

  • LEGGE-DELEGA TERZO SETTORE, DARE SUBITO ATTUAZIONE

    "Soprattutto nelle realtà di montagna, il volontariato e l’associazionismo hanno garantito maggiori opportunità di accesso all’economia e alla cultura, arricchendo così il territorio. Per questo meritano una legislazione alternativa ai vincoli burocratici che rendono la loro vita difficile, per non dire impossibile."

    Così durante il suo intervento in aula sulla riforma del terzo settore, il segretario politico del PATT, sen. Franco Panizza.

  • BRENNERO, ATTENTI A NON RIMETTERE INDIETRO LE LANCETTE DELLA STORIA

    COMUNICATO STAMPA - "È un problema molto più grande di noi. I flussi migratori sono il riflesso di un mondo che sta mutando rapidamente i suoi equilibri. Soprattutto per questo è importante mantenere salda la bussola, i valori che hanno contraddistinto la costruzione europea così come la naturale vocazione della regione Trentino-Tirolese a viversi come un'unica comunità, anche quando la storia ha fatto calare pesanti frontiere tra i nostri popoli. Frontiere che, in nome del sogno europeo e di quello dell'Euregio, sono diventate sempre più leggere e sempre meno opprimenti. Per questo ora, pur nella necessità di affrontare il tema spinoso dei flussi migratori, bisogna fare in modo che non si cancelli quello che col tempo si è faticosamente riconquistato".

  • CONCORDATO PREVENTIVO, UNA PROPOSTA DI LEGGE PER EVITARNE GLI ABUSI

    (comunicato stampa) - Un disegno di legge per prevenire gli abusi e correggere gli effetti negativi del concordato preventivo. Lo ha depositato in Senato il segretario politico del PATT, sen. Franco Panizza.

    "Ancora una volta - dice Panizza - torno sul tema del concordato preventivo, sul quale la scorsa estate alcune modifiche erano state introdotte, a seguito di un mio ordine del giorno e di alcuni specifici emendamenti al Codice degli appalti, per prevenire l'utilizzo distorto di questo strumento. Questo perché, nelle more della normativa, restano ancora molti punti che hanno bisogno di essere corretti.  

  • IL CORAGGIO DI ESSERE PROTAGONISTI (sintesi della tesi congressuale)

    IL CORAGGIO DI ESSERE PROTAGONISTI
    Passione, Governo, Autonomia


    Sintesi della tesi congressuale presentata da:
    Franco Panizza - candidato alla Segreteria politica
    Simone Marchiori - candidato alla Vicesegreteria politica

     

    Il perché di una scelta

    Quello che ci attende non è un congresso come tutti gli altri. Mai, come in questa fase, la nostra Autonomia è in pericolo, sottoposta ad attacchi da parte di un'opinione pubblica nazionale che non vuole coglierne il valore in termini di sviluppo e di responsabilità, ma vuole ridurla alla stregua di piccolo privilegio localistico.

  • IN DUECENTO SOTTOSCRIVONO LA TESI CONGRESSUALE PANIZZA-MARCHIORI

    Il coraggio di essere protagonisti.

    In poche ore prima del suo deposito ufficiale, la tesi congressuale condivisa con tanti attivisti del PATT e redatta da me e da Simone Marchiori ha raggiunto le quasi 200 firme (per leggerla clicca qui).

    Tanti militanti di tutti i territori del Trentino ed una presenza particolarmente significativa di amministratori provinciali, sindaci e amministratori locali, presidenti delle comunità di valle, segretari di sezione e altri dirigenti del nostro partito, autorevoli esponenti del movimento giovanile e del movimento femminile, ma anche del mondo del volontariato, dell'associazionismo e degli Schützen.

    A ciascuno di loro il nostro più sentito ringraziamento:
  • TV, INTERVENIRE PER GARANTIRE LA RICEZIONE DEL DIGITALE TERRESTRE A TUTTI I TERRITORI

    COMUNICATO STAMPA - "Anche in alcune zone della Provincia di Trento, come in altre realtà con una orografia del territorio simile alla nostra, nonostante siano trascorsi diversi anni dall'introduzione del digitale terrestre, sono ancora molte le realtà dove la ricezione televisiva è scarsa se non addirittura assente.
  • Arginare la pratica dell'esportazione parallela dei farmaci essenziali per garantire la continuità terapeutica

    COMUNICATO STAMPA - "Il Governo metta subito in campo una forte iniziativa per evitare la carenza di farmaci essenziali, imputabili direttamente o indirettamente alla pratica scorretta della "esportazione parallela", garantendo così la continuità terapeutica per i pazienti che ne fanno uso".

    Lo dichiara in una nota il segretario politico del PATT, sen. Franco Panizza, che ha presentato un ordine del giorno alla legge annuale per il mercato e la concorrenza, attualmente all'esame del Senato.

  • RIFORMA DEL CREDITO COOPERATIVO, IL MODELLO PER IL TRENTINO NON PUO' ESSERE CREDIT AGRICOLE

    "È vero, il sistema del Credito cooperativo in Italia va riformato, ma con l'obiettivo di favorirne uno che sia vicino anche alle esigenze dei territori e del sistema produttivo locale. Per questo il Presidente Renzi sbaglia a indicare come modello Crédit Agricole. Le concentrazioni e i grandi gruppi rispondono a logiche diverse, proprio come abbiamo visto negli anni più duri della crisi, in cui l'erogazione del credito da parte dei grandi gruppi rispondeva a logiche diverse rispetto ai bisogni e alle esigenze delle piccole e medie imprese che volevano operare per la ripresa".

  • LOTTA AL TERRORISMO, BENE POSIZIONE ITALIANA DI ATTENZIONE ALLA LIBIA

    COMUNICATO STAMPA - "La lotta al terrorismo necessita di un articolato dispositivo di contrasto, in cui azioni di carattere repressivo-militare si collegano a una forte azione di carattere culturale e a un forte lavoro politico-diplomatico per far sì che la lotta a Daesh coinvolga i musulmani e paesi come l'Arabia Saudita".

    Lo ha detto in aula il segretario del PATT nonché componente della delegazione parlamentare NATO, sen. Franco Panizza, dopo l'intervento del Presidente Renzi, in vista del Consiglio Europeo del 17-18 dicembre.

  • CASSE RURALI E DECRETO SALVA-BANCHE: PANIZZA SCRIVE AL MINISTRO PADOAN

    COMUNICATO STAMPA - "Stiamo sollecitando il Governo, che ha presentato alla Stabilità un emendamento che ripropone integralmente il decreto salva-banche, affinché le Casse Rurali del Trentino vengano esonerate dal contribuire al Fondo di Garanzia, dato che, non essendo istituti di interesse nazionale per la ridotta dimensione, non potranno mai beneficiarne. In alternativa chiediamo che venga rideterminato il contributo nella fascia fortettariamente determinata".

  • NASCITA IN MONTAGNA, IL MINISTRO LORENZIN FIRMA IL DECRETO

    PANIZZA: "ORA LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME HANNO SPAZIO PER LA SPERIMENTAZIONE"

    Il ministro della salute, on. Beatrice Lorenzin, ha firmato in data 11 novembre il decreto con il quale apre alla possibilità di sperimentazione in aree montane di punti nascita inferiori ai 500 parti annui, a condizione che vengano mantenuti gli standard di qualità e di sicurezza previsti dalla normativa. Il decreto, che recepisce le istanze portate avanti dall'intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna, affida al Comitato Percorso Nascita nazionale il compito di esprimere un motivato parere su eventuali richieste di mantenimento in attività di punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti annui, in deroga a quanto previsto dall'Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010.

  • LEGGE DI STABILITA', L'ACCOGLIMENTO DELLE PROPOSTE DEGLI AUTONOMISTI RIMARCA PROFILO RIFORMISTA DELLA LEGGE

    COMUNICATO STAMPA - "Questa Legge di Stabilità recepisce molte delle nostre proposte. Il contributo del Gruppo per le Autonomie è stato apprezzato e valorizzato in maniera importante,  a riprova di come i partiti territoriali e i sistemi autonomisti, anche per la loro stretta vicinanza al territorio, riescono a cogliere meglio di altri le istanze e i bisogni delle persone trasformandole in proposte concrete e percorribili".

  • LEGGE DI STABILITA', RICONOSCIUTI I DIRITTI DELLE SOCIETA' CHE OPERANO PER L'EDILIZIA SOCIALE

    COMUNICATO STAMPA - "Dopo un serrato confronto con il Governo, questa mattina la Commissione Bilancio ha approvato l'emendamento alla Legge di Stabilità che riconosce i diritti degli IACP costituiti in forma di società, riducendone il carico fiscale e liberando risorse per le finalità di edilizia popolare. Tra queste anche ITEA. L'emendamento, a mia prima firma, è stato sottoscritto e sostenuto dal Gruppo per le Autonomie e da alcuni senatori del PD.

  • SULLO STATO ISLAMICO

    Cos'è l'ISIS - È un'organizzazione nata dalle ceneri della resistenza irachena dopo la guerra del 2003, per poi estendersi in Siria, il Libia e combatte al confine turco, nei territori a predominanza curda.

    Vuole instaurare un nuovo Califfato ovvero un regime teocratico con a capo un Califfo, con il sogno di unificare sotto questa bandiera tutto il mondo arabo.

  • COLLEGATO AMBIENTALE, INTRODOTTE MISURE IMPORTANTI PER AGRICOLTORI E IMPRESE

    COMUNICATO STAMPA - "Sull'ambiente c'è bisogno di un'attenzione costante e di risorse continuative nel tempo. Un paese qualificato dal punto di vista ambientale è un Paese che difende le sue risorse ed è un paese più competitivo".
    Lo ha detto oggi in aula il segretario politico del PATT, sen. Franco Panizza, nel corso della discussione generale sul Collegato Ambientale, provvedimento che in Commissione aveva accolto diversi emendamenti presentati dal senatore trentino a favore degli agricoltori e delle piccole imprese.

  • LEGGE DI STABILITA', BENE LE PREMESSE, E' UNA BUONA BASE SU CUI LAVORARE

    COMUNICATO STAMPA - "Prima di dare un giudizio definitivo attendiamo il testo. Tuttavia ci sembra che questa Legge di Stabilità vada nella direzione che da sempre auspichiamo e cioè un Provvedimento che punta in maniera importante sulla fiducia e sulla crescita del Paese".
    Lo dice in una nota il segretario politico del PATT, sen. Franco Panizza.

  • COLLEGATO AMBIENTALE, ACCOLTI MIEI EMENDAMENTI PER SETTORE AGRICOLO E A FAVORE DELLE ZONE CLIMATICAMENTE SVANTAGGIATE

    "Nel collegato ambientale, licenziato oggi dalla competente Commissione del Senato, sono stati accolti diversi miei emendamenti che introducono misure importanti per il settore agricolo e le zone di montagna. Inoltre è stato approvato un mio ordine del giorno con il quale si impegna il Governo a intervenire per introdurre agevolazioni fiscali sul riscaldamento nelle zone climaticamente svantaggiate, come vera e propria forma di compensazione rispetto all'aumento dell'IVA sui pellet dello scorso anno. Il Provvedimento giungerà in aula subito dopo la Legge di Stabilità per ottenere così la definitiva approvazione da parte del Senato".

  • MISURE PER IL RILANCIO DEL PAESE*

    I mesi che abbiamo davanti sono decisivi per la nostra autonomia e per l'Italia. La riforma costituzionale trasformerà il Senato in una camera delle Autonomie, porterà a cento il numero dei suoi componenti, renderà più efficace l'iter legislativo. E poi la legge di stabilità, con l'impegno dichiarato da parte del Governo a reperire risorse per alleggerire la pressione fiscale, a cominciare dalla Tasi fino all'abolizione dell'IMU agricola.

  • CONCORDATO PREVENTIVO, BENE LE NORME INTRODOTTE MA NON SONO ANCORA SUFFICIENTI

    "La Camera, accogliendo le sollecitazioni di un mio ordine del giorno, ha introdotto importanti misure per tutelare tante aziende creditrici da alcune forme di abuso, se non di vera e propria elusione, da parte di molte aziende che hanno utilizzato il concordato preventivo in bianco.
    Tuttavia queste misure non sono ancora sufficienti: occorre rivedere in maniera robusta lo strumento del concordato per evitare che alcune aziende disoneste si rifacciano su quelle oneste, scaricando su queste le loro difficoltà. Per questo ho deciso di presentare un apposito disegno di legge".  

  • POSTE ITALIANE, CERCARE NUOVE SOLUZIONI PER GARANTIRE IL SERVIZIO POSTALE UNIVERSALE

    "Visto il risultato insoddisfacente del piano di riordino di poste italiane spa, forse è il caso di valutare la possibilità di aprire ad altri soggetti, per continuare a garantire il servizio postale universale".

    Lo chiede con un'interrogazione al Ministro per lo Sviluppo Economico, il senatore e segretario politico del PATT, Franco Panizza.

  • CORI E BANDE MUSICALI FUORI DAI FONDI FUS?

    Presentata interrogazione urgente al Ministro Franceschini

     

    COMUNICATO STAMPA - Un'interrogazione urgente al Ministro Franceschini per chiedere chiarimenti sulla presunta esclusione dei Cori e delle Bande Musicali dai finanziamenti FUS per il triennio 2015- 2017 assieme alla richiesta di uno stanziamento economico che serva per colmare il mancato contributo.

  • 30 ANNI DALLA STRAGE DI STAVA

    COMUNICATO STAMPA - Dietro la strage di Stava non ci fu la mano del fato o quella della natura matrigna o la furia degli elementi, ma fu dovuto esclusivamente a gravissimi comportamenti da parte dell'uomo. A trent'anni da quella catastrofe il dolore e la rabbia non sono ancora sopiti".

    È con le parole che il Presidente della Repubblica Mattarella ha utilizzato domenica scorsa per ricordare la strage di Stava, che il senatore e segretario politico del PATT Franco Panizza, ha voluto cominciare il suo intervento in Senato per ricordare il 30esimo anniversario del triste evento.

  • TRENTINO CORAGGIOSO



    Leggi tutti gli interventi della convention di SanbaPolis

    http://www.patt.tn.it/files/attachment/Convention_SanbaPolis_-_Tutti_gli_interventi.pdf

  • CIAO STEFAN


    Ci ha improvvisamente lasciati Stefan Frenez.

    Lo ricordo come Presidente del circolo Michael Gaismayr, come convinto ed appassionato autonomista, come studioso serio e rigoroso della nostra storia, come uomo di profonda cultura ed in particolare legato alla cultura tedesca e delle minoranze linguistiche germanofone, come uno dei protagonisti della nuova stagione che ha visto recuperare la memoria, fino ad allora negata, dei nostri caduti nell'armata austroungarica.

    Non era un uomo per tutte le stagioni e per certi versi a volte anche una figura radicale, ma sempre corretto e profondamente rispettoso dell'idee di tutti.

    Ricordo quando abbiamo inaugurato assieme il cimitero internazionale di guerra di Amras ad Innsbruck il monumento in loro ricordo.

    Solo qualche giorno fa mi aveva scritto per scusarsi dell'assenza all'incontro che il PATT stava organizzando a SanbaPolis e per invitarmi ad incontrarlo ad una tappa del suo tour.

    Lascia in tutti coloro che l'hanno conosciuto ed apprezzato un grande vuote ed un profondo rimpianto.

    In questo momento di dolore, sono vicino ai suoi cari e a tutti gli amici del Circolo Gaismayr che l'hanno avuto come guida impegnata e autorevole.

  • DL COMPETIVITA', IN COMMISSIONE ACCOLTE DIVERSE MISURE A FAVORE DELL'AGRICOLTURA DI MONTAGNA E DELLE PICCOLE IMPRESE CONTADINE

    Al decreto sulla competitività, che giungerà entro Luglio in Aula, si prospettano modifiche significative a favore dell'agricoltura di montagna e delle piccole imprese agricole. Oggi nelle Commissioni competenti riunite è stato approvato, a stragrande maggioranza, un pacchetto di emendamenti proposti e condivisi dalla Commissione agricoltura di cui faccio parte". Lo dice in una nota il Senatore e segretario politico del PATT, Franco Panizza che ha seguito in questi mesi direttamente nelle Commissioni competenti e con il Governo l'iter del Collegato Agricoltura e quindi del decreto legge sulla competitività.

  • DECRETO COMPETITIVITA', ACCOLTE MOLTE RICHIESTE A FAVORE DELL'AGRICOLTURA DI MONTAGNA

    COMUNICATO STAMPA - "Al decreto sulla competitività, che giungerà entro Luglio in Aula, si prospettano modifiche molto significative a favore dell'agricoltura di montagna. In Commissione Agricoltura abbiamo approvato un parere ed un pacchetto di emendamenti che sono stati ieri presentati congiuntamente, peraltro con il parere positivo del Governo, e quindi con la quasi certezza d'essere accolti".

  • PIU' UNITI PIU' FORTI

    Questa mattina abbiamo presentato alla stampa le nostre proposte per la riforma del fisco. Un documento di 17 pagine, con proposte concrete e dettagliate che nei prossimi giorni presenteremo al Governo e che rappresenta il contributo e la base di confronto del PATT con l'esecutivo Renzi in materia economica. 

    Per chi vuole, il documento è qui.

  • PERCHE' E' IMPORTANTE VOTARE DORFMANN*

    Caro Direttore,

    ho seguito con grande interesse il dibattito che in questi giorni ha trovato ospitalità sul Suo giornale. Credo però che molte delle riflessioni che sono state fatte non colgano né l'importanza della partita europea, né quella sul significato e sul valore di un partito territoriale. 

  • Esenzione dell'imposta di registro per gli enti locali per opere di pubblica utilità, approvato mio ordine del giorno

    COMUNICATO STAMPA - "Il Governo, con un mio ordine del giorno, approvato ieri sera in Aula, si impegna a valutare la possibilità di prevedere l'esenzione dell'imposta di registro e ipotecaria per gli espropri ed i diritti d'uso attivati dagli enti pubblici per opere di pubblica utilità." Lo dice in una nota il segretario politico del PATT, sen. Franco Panizza.

  • AVVIATO IL TAVOLO CON L'INPS PER LE ASSUNZIONI IN AGRICOLTURA

    Lunedì, presso la sede regionale dell'INPS di Trento, si è svolto l'incontro promosso dal senatore del PATT Franco Panizza tra il direttore regionale dell'INPS dott. Marco Zanotelli, i funzionari dell'Inps competenti in materia di agricoltura e i rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole del Trentino.
    Hanno aderito all'incontro l'Unione dei Contadini col suo direttore Mauro Fiamozzi, Confagricoltura e l'Associazione Contadini del Trentino rappresentati dal direttore generale Diego Coller, la Confragricoltori e l'Associazione Agriturismo col direttore Antonio Pedron.

  • DOBBIAMO SALVARE L'ESPERIENZA DI SAN PATRIGNANO*

    Ho atteso alcuni giorni prima di prendere pubblicamente la parola sulla chiusura della struttura di San Patrignano a San Vito prima di tutto per una forma di rispetto. Avevo infatti la necessità di capire se le esperienze che vi sono dentro potessero, anche con modalità differenti, continuare a vivere.

  • SI RIVEDA SUBITO LA NORMA CHE RISCHIA DI METTERE IN GINOCCHIO IL VOLONTARIATO E L'ASSOCIAZIONISMO

    Ho presentato un'interrogazione urgente ai Ministri Madia e Orlando e ho contattato personalmente i due Ministeri, affinché si intervenga con estrema celerità su una questione che rischia, a partire dal prossimo 5 Aprile, di mettere in ginocchio tutto il mondo dell'associazionismo e del volontariato.

    Si tratta di una norma inserita all'interno del decreto legislativo per prevenire l'abuso e lo sfruttamento dei minori. Di per sé - dice Panizza - è una norma giusta e l'intento è nobile; riguarda il fatto che ciascuna persona che svolge un lavoro per il quale è a diretto contatto con minori, deve preventivamente presentare il suo certificato penale per verificare che nel suo passato non vi siano reati contro l'infanzia.

  • CARO RENZI, SIAMO ALLEATI MA VIGILEREMO*

    Garanzie per le autonomie speciali, a cominciare dalla prossima riforma del Titolo V, pieno rispetto dei termini dell'accordo di coalizione tra il PD, il PATT e la SVP siglato prima delle elezioni politiche, collegi uninominali con la nuova legge elettorale per mantenere forte il rapporto tra eletto e territorio. Ma soprattutto una politica e un'azione di Governo senza tentazioni neo-centraliste, che rispettino le autonomie speciali, le nostre prerogative, le nostre competenze.

  • MONSIGNOR ROGGER, UOMO DEL DIALOGO REGIONALE

    La scomparsa di Monsignor Igino Rogger lascia un grande vuoto soprattutto in chi, come me, ha avuto più volte occasione di averlo come consigliere e come prezioso testimone storico e politico.

    L'ho conosciuto molti anni fa in occasione di uno dei tanti incontri storici a cui partecipava, l'ho apprezzato in alcune sue Lectio Magistralis, ma la frequentazione è diventata assidua durante il mio incarico da Assessore Provinciale alla Cultura.

  • AFFIDO CONDIVISO: DDL DIVINA TROPPO SBILANCIATO SUGLI OPERATORI DEL SETTORE, NON METTE AL CENTRO INTERESSE BAMBINI

    (COMUNICATO STAMPA) - E’ vero: il Senatore Divina mi ha chiesto di sottoscrivere il suo disegno di legge sull'affido condiviso. Se non l'ho fatto e ho presentato un mio testo è perché il testo di Divina mi è sembrato sbilanciato, nel senso che guarda un po’ troppo a chi opera e lavora nel settore, piuttosto che all'interesse  dei genitori e soprattutto dei bambini. 

    Il mio ddl parte da un testo frutto del lavoro di diverse associazioni che si occupano del tema, già presentato durante la scorsa legislatura, e decaduto con la sua fine. 

    Sollecitato negli scorsi mesi dalla sezione del Trentino-Alto Adige dell’associazione “Figli per sempre”, ci abbiamo lavorato assieme, approfondendo e migliorandone alcuni punti, ma convinti del fatto che l'impianto del testo presentato durante la scorsa legislatura, tratteggi il giusto percorso per tutelare i bambini e per giungere davvero a una possibilità d’affido condiviso. 

     

    Come si può vedere in tutto questo c’è solo il mio diritto ad esercitare le mie valutazioni, in questo supportato dal confronto con l'associazione "Figli per Sempre" e con chi vive ogni giorno sulla propria pelle una situazione di oggettivo disagio. 

     

    Il mio obiettivo è quello di risolvere il problema; per questo - nonostante la strumentalità della polemica sollevata dal Senatore della Lega -  sono disposto a confrontarmi con lui e con le associazioni e tutti i soggetti interessati, per giungere a un testo condiviso, a condizione che questo metta al centro l’interesse dei genitori e soprattutto quello dei bambini. 

  • MIGLIORARE LA NORMATIVA SULL'AFFIDAMENTO CONDIVISO

     

    COMUNICATO STAMPA - Il Senatore ha presentato un disegno di legge per correggere la legge n. 54/2006 "Occorre migliorare la giurisdizione italiana in materia di affido condiviso, perché mentre nel mondo occidentale il principio della bigenitorialità viene applicato con sempre maggior vigore e incisività, in Italia, solo assai faticosamente, si è riusciti a far passare come forma privilegiata l'affidamento condiviso".

     

  • TERRITORIALI PER DIFENDERE L'AUTONOMIA*

    Caro direttore,

    il dibattito tra il presidente della Comunità territoriale della Val di Fiemme Raffaele Zancanella e l’onorevole Lorenzo Dellai, ospitato sul Trentino, mi suscita alcune riflessioni che vorrei condividere con lei e con i suoi lettori, partendo anzitutto dalle parole dell’ex presidente della nostra Provincia. Dellai indica due possibilità per costruire una rappresentanza politica del Trentino e della sua autonomia. La prima, che per una serie di ragioni storiche e culturali lui non ritiene percorribile, è il modello Patt-Svp-Union Valdotaine;

  • IN RICORDO DI GIOVANNI CARLI

     

    carliGiovanni Carli era una persona buona e generosa. Ci ha lasciati qualche giorno fa per  colpa di una brutta malattia che l'ha sottratto ai suoi cari e a noi tutti nel volgere di poche settimane.

    Giovanni provava un amore viscerale per la nostra terra, tanto da dedicare gran parte della sua esistenza alla ricerca e allo studio della nostra storia: quella meno conosciuta e per questo ancor di più importante.

    Una storia che va necessariamente scritta con la lettera minuscola. Non perché minore, ma perché orgogliosamente distante da quella in grado di suonare solo gli acuti dello spartito: le grandi battaglie, le conquiste e le sconfitte, i numeri e le date.

    No, la storia, per Giovanni, era prima di tutto quella degli uomini e delle donne, dei poveri e dei dimenticati: i soldati che lasciarono la vita sulle nostre montagne, nelle trincee che qui furono scavate, in quegli anni tremendi del Primo Conflitto Mondiale.  A cominciare dalle migliaia di soldati trentini che furono mandati a combattere in Galizia e che morirono con la divisa dell'Impero Austroungarico, una pagina vergognosamente cancellata dalla storiografia ufficiale e che anche grazie all'operato di Giovanni ha finalmente trovato il rispetto e l'onore che meritava.

     

  • L'ON. BIANCOFIORE NON PERDE OCCASIONE PER TACERE

    COMUNICATO STAMPA - "Le dichiarazioni dell'on. Michaela Biancofiore rappresentano un fatto psicologicamente interessante: forse perché nella sua vita politica non è mai riuscita a rappresentare e a difendere le istanze e i bisogni delle popolazioni del Trentino e dell'Alto Adige/Süd Tirol e per questo si scaglia contro di loro, e contro il fatto che ci siano in Parlamento forze che non fanno altro che mantenere fede al mandato ricevuto dagli elettori: in fondo non è un caso che, alle ultime elezioni, Forza Italia in Alto Adige abbia raccolto appena il 2,5% dei consensi".

  • LEGGE DI STABILITA', PASSAGGIO IMPORTANTE PER LE AUTONOMIE SPECIALI

    Martedì notte il Senato ha approvato la Legge di Stabilità.

    Il voto favorevole dato dal PATT e dal Gruppo per le Autonomie è stato un voto convinto, ma che non era affatto scontato. L'esecutivo se l'è guadagnato sul campo in queste settimane, attraverso una sostanziale revisione del testo che, nella sua versione iniziale, metteva seriamente in discussione le nostre prerogative così come previste dalla Costituzione e dallo Statuto di Autonomia.

    Tra noi e il Governo, in tutti questi giorni, c'è stato un confronto serrato, a volte duro, ma sempre leale. E l'esecutivo, tornando in molte circostanze sui suoi passi, ha mostrato disponibilità, ragionevolezza e buonsenso, evitando in questo modo che le Province Autonome di Trento e di Bolzano si trovassero costrette a impugnare la legge davanti alla Corte Costituzionale, e noi autonomisti a votare contro questa Legge e contro il Governo.

  • LEGGE DI STABILITA', ACCOLTO ODG SU PICCOLA PROPRIETA' CONTADINA

    (COMUNICATO STAMPA) Un ordine del giorno alla Legge di Stabilità presentato dal senatore del PATT Franco Panizza e dal collega della SVP Hans Berger accolto dal Governo, con il quale l'esecutivo si impegna politicamente a considerare la possibilità di mantenere le agevolazioni tributarie a favore dei contadini di montagna. È accaduto ieri notte in Commissione Bilancio in Senato, durante l'esame degli emendamenti alla Legge di Stabilità.

  • LEGGE DI STABILITA', RISPETTARE LE AUTONOMIE SPECIALI O IL PATT VOTERA' CONTRO

    (COMUNICATO STAMPA) Il testo della Legge di Stabilità, in questo momento all'esame della Commissione Bilancio del Senato (Panizza sta seguendo direttamente i lavori in Commissione) non rispetta le prerogative delle autonomie speciali. È un testo, da questo punto di vista, anticostituzionale e che sarebbe sicuramente impugnato dai consigli provinciali di Trento e di Bolzano. Per questo, se non ci saranno modifiche, come rappresentanti in Parlamento del PATT, in aula esprimeremo voto contrario.".

    Lo dicono in una nota congiunta il sen. Franco Panizza, segretario politico del PATT e l'on. Mauro Ottobre.

    "Solo in Senato abbiamo presentato 25 emendamenti migliorativi su tutta una serie di materie in grado di accompagnare la ripresa economica e di semplificare la burocrazia, oltre che di aprire nuove prospettive per i nostri territori. Tuttavia sul testo rimane una pregiudiziale da parte nostra e condivisa anche dai colleghi della Südtiroler Volkspartei e dell'Union Valdotaine, relativa alle trattenute da parte dello stato centrale delle riserve erariali, alla gestione dei prelievi, alle decurtazioni delle risorse in alcuni ambiti, sanità in primis, alle competenze sui tributi locali.

    In questo momento sono in corso trattative sia sul piano politico che su quello istituzionale. Siamo in costante contatto col Presidente Rossi, che oggi ha incontrato a Roma il Ministro Delrio, e con la delegazione parlamentare trentina. L'auspicio è che naturalmente questo confronto si concluda nel modo migliore e cioè rispettando in toto le prerogative delle nostre province, altrimenti ci vedremo costretti a votare contro questa legge".
  • BENE SACCOMANNI SU RATE EQUITALIA, ACCOLTA MIA SOLLECITAZIONE

    Esprimo soddisfazione per l'emanazione del regolamento attuativo sulla modalità di riscossione e rateizzazione dei debiti con Equitalia, firmato l'altro ieri dal Ministro Saccomanni e relativo al decreto del fare, con il quale si accoglie quanto avevo chiesto con un'interrogazione e cioè dare nel più breve tempo possibile la possibilità al contribuente di passare dalle 72 alle 120 rate per il pagamento dei debiti.

     

     

  • DL ISTRUZIONE, NORME POSITIVE MA SI DOVEVA FARE DI PIU'

    (COMUNICATO STAMPA) Il disegno legge sulla scuola contiene sicuramente degli aspetti positivi, sarebbe stato, tuttavia, necessario compiere un ulteriore atto di coraggio, perché la scuola oggi ha bisogno di molto altro. A dichiararlo è il senatore trentino del PATT Franco Panizza intervenuto in Aula sul provvedimento. Tra gli aspetti positivi, Panizza evidenzia come la scuola venga finalmente intesa come un sistema più ampio, nell'ambito del quale non si cura soltanto la conoscenza o il sapere, bensì anche la cultura dell'alimentazione, volta alla prevenzione in materia di salute.

  • GRAZIE, DI CUORE

    Ad alcune ore dalla elezione di Ugo Rossi a Presidente della Provincia, e dello straordinario risultato del PATT, voglio ringraziare tutti quelli che hanno reso possibile questo risultato. I nostri militanti e i nostri simpatizzanti, che anche questa volta hanno gettato il cuore oltre l'ostacolo, impegnandosi con tutte le loro energie per tenere sempre alta la bandiera autonomista; i nostri candidati, per primi quelli non eletti, che hanno dato vita a una campagna elettorale bellissima, incontrando gli elettori, ascoltando i loro problemi, spiegando le nostre proposte con forza e entusiasmo; Ugo Rossi, il cui risultato raccolto dice già tutto e non ha bisogno di commento alcuno. E, naturalmente, tutti quelli che hanno votato per Rossi e per il PATT: ne siamo onorati, ne avvertiamo tutta la responsabilità, da domani lavoreremo con ancor maggior forza per dare risposte all'altezza.

  • GRAZIE, DI CUORE

    Ad alcune ore dalla elezione di Ugo Rossi a Presidente della Provincia, e dello straordinario risultato del PATT, voglio ringraziare tutti quelli che hanno reso possibile questo risultato. I nostri militanti e i nostri simpatizzanti, che anche questa volta hanno gettato il cuore oltre l'ostacolo, impegnandosi con tutte le loro energie per tenere sempre alta la bandiera autonomista; i nostri candidati, per primi quelli non eletti, che hanno dato vita a una campagna elettorale bellissima, incontrando gli elettori, ascoltando i loro problemi, spiegando le nostre proposte con forza e entusiasmo; Ugo Rossi, il cui risultato raccolto dice già tutto e non ha bisogno di commento alcuno. E, naturalmente, tutti quelli che hanno votato per Rossi e per il PATT: ne siamo onorati, ne avvertiamo tutta la responsabilità, da domani lavoreremo con ancor maggior forza per dare risposte all'altezza.

     

  • LA POSTA IN GIOCO

    Il voto di domenica 27 ottobre è uno snodo di vitale importanza per la nostra terra, in cui è fondamentale che il PATT ottenga un risultato considerevole e che a essere eletto Presidente sia Ugo Rossi, il solo candidato che per competenza e concretezza, è in grado di affrontare e vincere le sfide che ci attendono. Perché la posta in gioco, questa volta, è davvero storica. In Parlamento, da quando si è prospettata la possibilità di un governo provinciale formato da una coalizione solida e guidato da un'autonomista credibile quale Ugo Rossi, abbiamo registrato una maggiore attenzione alle nostre istanze e alle nostre prerogative. Per mantenerla e farla ancora crescere, è necessario che la nostra Provincia rappresenti sempre più un modello di buongoverno, un esempio per tutti i territori italiani. Solo con questo capitale di credibilità potremo affrontare e superare il banco di prova che tra poco ci attende.

  • LEGGE DI STABILITA', BENE IL NON AUMENTO DELL'IVA PER LE COOPERATIVE SOCIALI

    COMUNICATO STAMPA - "Esprimo grande soddisfazione per il blocco dell'aumento dell'Iva dal 4 al 10% che doveva scattare a gennaio sulle cooperative sociali.
    Con l'inserimento del blocco dell'IVA nella legge di Stabilità 2014 varata ieri dal Consiglio dei Ministri, il Governo Letta ha dunque mantenuto l'impegno che si era assunto con l'accoglimento del mio ordine del giorno, presentato coi colleghi del Gruppo per le Autonomie, al decreto legge sull'occupazione, coesione sociale e IVA lo scorso giugno."

  • ESTENDERE A TUTTO IL 2014 GLI SGRAVI TRIBUTARI PER LA PICCOLA PROPRIETA' CONTADINA

    (COMUNICATO STAMPA) Per facilitare l'accesso dei giovani al settore agricolo, occorre prorogare le agevolazioni tributarie per la piccola proprietà contadina. In tal senso il Governo dovrebbe, nello specifico, adottare iniziative "in ordine alle agevolazioni fiscali sul trasferimento del capitale fondiario già riservato alle figure per le quali i terreni agricoli costituiscono strumento di lavoro e mezzo di sussistenza nonché promuovere il ripristino delle agevolazioni tributarie per la piccola proprietà contadina previste dal decreto-legge n. 194/2009.

  • DOCUMENTI TRASPORTO PRODOTTI VITIVINICOLI, SODDISFATTO DA RISPOSTE DEL SOTTOSEGRETARIO CASTIGLIONE

    Una mia interrogazione urgente era stata presentata ad Agosto al Ministro delle Politiche Agricole sulle nuove norme per i documenti d'accompagnamento in formato elettronico per il trasporto dei prodotti vitivinicoli. Oggi in Commissione il sottosegretario Castiglione, con la risposta che ha dato alla mia interrogazione, ha dato una buona notizia a tutti gli operatori del settore".

    L'ingresso delle nuove norme - continua Panizza - rischiava di tramutarsi in una barriera burocratica, soprattutto perché non si prevedeva una fase di transizione nel passaggio dai documenti cartacei a quelli elettronici.Oggi il sottosegretario, richiamando il comma 1 dell'art. 18 dello stesso decreto, ha specificato che fino a quando il sistema per l'emissione del documento elettronico non verrà definitivamente implementato, e fino a quando non verranno emesse le relative disposizioni, possono essere tranquillamente utilizzati i documenti cartacei.

    I quali, ha sottolineato ancora il sottosegretario, potranno essere ancora utilizzati con le condizioni e le limitazioni previste dalla legge. Saranno, ad esempio, sicuramente previste le modalità di utilizzo dei documenti cartacei nel caso di indisponibilità temporanea del sistema telematico SIAN che supporterà le funzioni del documento elettronico.Inoltre, per quanto riguarda il decreto 14 aprile 1999, ovvero le disposizioni che consentono l'utilizzo di documenti semplificati per trasporto di prodotti vitivinicoli confezionati nel territorio nazionale, se ne prevede sì l'abrogazione, ma soltanto a decorrere dall'entrata in vigore delle disposizioni sull'introduzione effettiva del documento elettronico. Infine, sempre il sottosegretario, sempre facendo riferimento al comma 1 dell'art. 18 del decreto, ha evidenziato come vi saranno sicuramente altri casi in cui l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione delle frodi dei prodotti agroalimentari, in cui sarà possibile utilizzare il documento cartaceo, nei limiti e nelle condizioni che verranno ritenute necessarie o opportune.

  • 50 ANNI DALLA STRAGE DEL VAJONT

    La notte del 9 ottobre 1963 furono sufficienti 4 minuti per spazzare un intero paese, cancellare dal mondo 1.917 vite e far vacillare per sempre una certa idea di modernità e di fiducia nel progresso.L'Italia del 1963 era un Paese agli albori della sua stagione più florida - il boom economico, il benessere dilagante - ma con il Vajont fu chiaro che quella modernizzazione repentina e disordinata nascondeva un lato oscuro e feroce. Quella del Vajont non fu una tragedia, come per troppi anni è stata definita. Fu una vera e propria strage prodotta dall'incuria dell'uomo, da istituzioni irresponsabili e conniventi, dai dirigenti della Sade, da una corsa acritica verso una modernità scellerata e senza progresso. Ne pagarono un prezzo altissimo le comunità e i paesi del Vajont, a cominciare da quella di Longarone. E lo pagarono, almeno fino al momento della strage, le poche voci critiche come quella di Tina Merlin, che fu costretta a difendersi in Tribunale per i suoi articoli di denuncia.

  • BENVENUTI!

     

     Benvenuti sulla mia pagina web, da oggi  rinnovata nella grafica e nuovamente on line. Su queste pagine racconterò la mia attività legislativa e tutto quello che riguarda la mia attività politica. Un modo per tenervi informati sul mio operato, soprattutto per tenere sempre vivo un dialogo e un confronto con ciascuno di voi sulle questioni che riguardano il nostro Trentino. 

    Cliccando su "attività legislativa" potete accedere direttamente alla mia pagina sul sito del Senato dove, quasi in tempo reale, vengono riportate tutte le cose prodotte: dai disegni di legge presentati, alle interrogazioni, alle mozioni, agli interventi in Aula, al lavoro svolto nelle commissioni di cui faccio parte: Ambiente; Agricoltura; Infanzia e Adolescenza. Se invece avete voglia di sottopormi questioni e problematiche, nella sezione "contatti", potete lasciarmi un messaggio compilando direttamente i vari campi. Se poi volete, o lo preferite, possiamo tenerci in contatto anche via Facebook, cliccando "mi piace" nella colonna sulla destra. 

    Coi miei più affettuosi saluti, 

    Franco Panizza 

  • CRISI DI GOVERNO, IL PATT CON LETTA

    "Il Governo Letta deve proseguire nella sua azione di messa in sicurezza dei conti pubblici, di rilancio dell'economia per agganciare il treno della ripresa e portare così l'Italia fuori dalla secche della crisi". 

    Lo dicono in una nota congiunta i deputati del Patt, il sen. Franco Panizza nonché segretario politico del partito, e l'on. Mauro Ottobre. 

    "In questi mesi - dicono Panizza e Ottobre - il Governo ha ben operato su diversi fronti, dalla riduzione - anche se ancora non sufficiente - della pressione fiscale fino agli importanti provvedimenti su scuola e cultura. Inoltre è stato avviato un confronto positivo e concreto sulle prerogative dell'autonomia e sulla nuova definizione del rapporto tra lo Stato e le nostre due Province, oltre che su tutta un'altra serie di questioni relative al rilancio che interessano da vicino il tessuto economico, produttivo e sociale del Trentino. 

    La fine della legislatura come dell'esperienza di questo Governo, rappresenterebbe un pericolosissimo e forse irreversibile passo indietro, soprattutto in un momento in cui l'Italia è ancora osservato speciale in Europa. 

    Sono bastate poche ore di instabilità per vedere quali sono gli effetti nefasti sulla vita dei cittadini: dall'aumento dell'IVA, al possibile pagamento della seconda rata dell'IMU, alle oscillazioni dei mercati finanziari, alle tante misure su cui stavamo lavorando per l'Italia e per il Trentino e che adesso conosco un brusco stop. 
    Non è possibile - continuano Panizza e Ottobre - che a soli 7 mesi si prenda in considerazione l'idea di tornare alle urne facendolo, tra l'altro, con questa legge elettorale. Sarebbe solo uno spreco di tempo e di risorse, perché come tutti sanno questa legge non permette l'emersione di una chiara maggioranza in Senato. 

    Ma, soprattutto, nuove elezioni farebbero crollare quella fiducia che piano piano stava tornando nei cittadini, esponendo il nostro Paese al rischio di una reazione violenta e incontrollata di un'opinione pubblica che si sentirebbe, ancora una volta, presa in giro da una classe politica irresponsabile e che, di fronte al dramma che vivono oggi moltissimi cittadini e moltissime aziende, punta a difendere i propri interessi di bottega. 

    Il nostro auspicio è che prevalga in questo momento da parte di tutte le forze politiche, nessuna esclusa, il senso di responsabilità. È fondamentale, per il bene della nostra economia e per la tenuta sociale del Paese, che si continui con la strada intrapresa in questi mesi e che, contestualmente, si cominci a lavorare su un progetto di riforma della legge elettorale che sappia coniugare rappresentanza e governabilità e che si proceda con l'abolizione di una delle due Camere oltre che con la riduzione del numero dei parlamentari. 

    Come rappresentanti in Parlamento del Patt riponiamo la nostra fiducia nel Presidente Letta. Siamo pronti a sostenerlo e a sostenere tutte le iniziative che vorrà mettere in campo e che continuino ad andare nella direzione intrapresa in questi mesi, convinti come siamo che mai come in questo momento il senso di responsabilità nei confronti del Paese deve avere la meglio sulle ideologie e su qualsiasi altra considerazione". 

     

  • QUESTI PRIMI 5 MESI

    Sen. Franco Panizza nell'aula del SenatoSostenere il Governo Letta per permettere la ripresa economica, ascoltare tutte le istanze del territorio per poter essere cinghia di trasmissione tra corpo sociale e luoghi della decisione pubblica. 

    È stato questo il modo con cui tutti noi del Gruppo per le Autonomie abbiamo operato in questi primi mesi della nuova legislatura. Lo abbiamo fatto con grande impegno e passione, mossi dalla convinzione che il nostro principale obiettivo è quello - appunto - di rappresentare a Roma le istanze e i bisogni dei territori nei quali siamo stati eletti e di portare in Parlamento le esperienze positive maturate.

    Per questo adesso che sono passati alcuni mesi e prima della piena ripresa autunnale, è giunto per me il momento di rendere conto, pur molto succintamente, delle cose fatte e dei primi risultati raggiunti, soffermandomi qui soprattutto sulle iniziative legate alla crisi e al comparto produttivo. 

    In questi primi cinque mesi di legislatura ho garantito la mia costante presenza a tutte le sedute, sono intervenuto in Aula e nelle importanti Commissioni di cui faccio parte su quasi tutte le questioni che sono state discusse. Ho presentato sette disegni di legge tra cui uno per mettere un tetto alle cosiddette pensioni d'oro. 

  • UNA NUOVA POLITICA PER LA MONTAGNA


    Una nuova politica per la montagnaIeri importante incontro con il sottogretario Ferrazza e il Ministro per gli Affari Regionali Graziano Delrio sui temi della montagna. Nel mio intervento ho ribadito la necessità di pensare la montagna come luogo meritevole di politiche che tengano conto della sua specificità. Vi sono interi territori che con l'abolizione delle province rischiano la marginalizzazione, ad esempio quelle di Sondrio e di Belluno. Stesso discorso vale anche nel rapporto con l'UE. Le politiche europee, a cominciare da quelle sull'agricoltura, devono tenere conto di questo e l'Italia, in Europa, deve saper evidenziare sempre le istanze della montagna.

     Sono contento che il sottosegretario Ferrazza si sia detto d'accordo con tale impostazione. Adesso il mio lavoro su questo tema si sposta nelle aule parlamentari dove presenterò degli emendamenti ai prossimi decreti del Governo che verranno discussi in Aula e che vadano in questa direzione.

  • AMICI DEL PATT, ABBIAMO UNA MISSIONE DA COMPIERE

    Senatore Franco Panizza - Partito Autonomista Trentino TiroleseIl dibattito che sta accompagnando in questi giorni la formazione delle liste per le elezioni provinciali ha sollevato, in ordine alla posizione del Partito, interrogativi riguardo ai quali mi preme fare chiarezza.

    Lo faccio prendendo spunto dal percorso politico che ha caratterizzato il PATT in questi ultimi anni, ma facendo anche riferimento alla storia e alla tradizione di autogoverno che da sempre caratterizza questo nostro territorio e che fa parte del nostro DNA. È un patrimonio che in questi ultimi anni l’intero Partito, le associazioni a noi vicine, e io personalmente nel ruolo svolto come assessore alla Cultura e ai Rapporti Europei, abbiamo cercato di valorizzare al massimo, perché la storia e i valori dell’Autonomia potessero essere sempre più un patrimonio condiviso e acquisito da tutti.

  • Cosa farò per l’Autonomia a Roma

    A Roma porterò le istanze autonomistiche della nostra terra in funzione dell’accordo politico elettorale stipulato tra il Partito Autonomista Trentino Tirolese, il Partito Democratico e l’Unione per il Trentino per le elezioni del Senato nei collegi del Trentino, che punta a fare sintesi tra le culture politiche storiche della nostra terra: l’autonomismo, il riformismo, il popolarismo.

    Tutto questo in un’epoca drammatica, che vede l’Italia in profonda crisi politica, economica e istituzionale. Epoca nella quale, tuttavia, le esperienze di autogoverno responsabile, come quella del Trentino, possono diventare la “soluzione” e non il “problema” ai mali che affliggono il Paese. Possono, in altre parole, rappresentare un modello e una speranza anche per altri territori che non hanno potuto beneficiare dei nostri diritti acquisiti.

    Attraverso la nostra presenza in Senato, le terre autonome, quelle che hanno saputo valorizzare questo diritto garantito dalla Costituzione, legittimato per altro da un’esperienza secolare, possono essere protagoniste e giocare un ruolo cruciale nella fase di ricostruzione delle relazioni tra Stato e Autonomie locali, rappresentando così un punto di riferimento forte per lo sviluppo della nostra Autonomia provinciale e regionale.

    Gli impegni presi insieme agli alleati hanno come obiettivo – cito l’accordo sottoscritto dai segretari delle tre forze politiche in data 19 gennaio 2013 –  la difesa e la valorizzazione delle autonomie speciali, nel quadro di una più forte Europa dei Popoli e delle Regioni e di una Repubblica italiana fedele al rispetto dei diritti delle persone, delle minoranze e del protagonismo responsabile dei territori, ispirato ai principi di sussidiarietà e solidarietà. 

     

    1. Un Trentino al servizio dell’Italia

    Se sarò eletto, il mio compito a Roma sarà quello di difendere e accrescere la forza del nostro Trentino. Ma non voglio solo giocare in difesa; non sono interessato a una difesa solo sindacale, che pure ci vuole, della nostra realtà territoriale. Dobbiamo essere prima consapevoli e poi valorizzare l’idea di sviluppo che in questi anni, anzi decenni, abbiamo costruito in Trentino.  Abbiamo creato sviluppo all’interno di una grande coesione sociale, senza conflitti, senza lasciare nessuno indietro, né le persone, né i singoli territori. Non è una cosa da sottovalutare in un momento in cui la crisi morde dappertutto e le tensioni sociali sono elevate.

    È stato così perché non abbiamo regalato i soldi a grandi imprese che poi ci avrebbero abbandonato; è stato così perché in ogni situazione difficile abbiamo cercato di metterci tutto il nostro impegno, perché sappiamo che se qualcosa cade, non riguarda solo quelli che stanno sotto le macerie, ma tutti noi. Ogni piccola azienda che rischia di chiudere la sentiamo come nostra, una ferita al nostro territorio, qualcosa che ci interroga personalmente, oltre che come amministratori. È stato così perché noi intendiamo lo sviluppo come un movimento collettivo, di molti, non di pochi. Lo facciamo con la cooperazione, con le aziende familiari e con tutto quello che ci rende orgogliosi di essere trentini. 

    Questo modo di fare governo, questo modo di crescere è un modello di sviluppo che oggi può insegnare molto, anche al di fuori dai nostri confini. Quando vediamo i grandi scandali, dalla Parmalat al Monte dei Paschi di Siena, capiamo che si sono potuti verificare non solo per responsabilità dei singoli, che pure ci sono, non solo per il contesto giuridico e politico entro cui sono accaduti, ma perché la grande dimensione ispira cattivi comportamenti, molto spesso. La nostra dimensione di piccola e media impresa, e soprattutto la dimensione della cooperazione, è un antidoto naturale contro le follie del denaro che non genera più lavoro e benessere, ma solo altro denaro, in una spirale speculativa che non ha fine, fino al momento in cui crolla tutto.

    La nostra cooperazione ci fa stare ben piantati per terra; le nostre politiche industriali hanno sempre al centro dell’attenzione le persone e il lavoro. Nel nostro modello non c’è spazio per la speculazione finanziaria. Oggi questo modello può insegnare tanto, anche al di là di noi stessi. Mi inorgoglisce poter rappresentare al Senato della nostra Repubblica anche questi caratteri del nostro Trentino. Noi non siamo nella situazione di dover chiedere; siamo nella situazione anche di rappresentare un punto di riferimento, valoriale e comportamentale, molto importate. Non siamo il sindacato di un territorio, ma siamo i difensori di modo di vivere che oggi si rivela più solido e da più certezze di tanti altri modelli. Il Trentino ha tante cose da dire, non da chiedere.

     

    2. Autonomia: una cultura che arricchisce l’idea di democrazia

    In queste elezioni gli autonomisti trentini sono alleati con il Pd. Le ragioni di questa alleanza sono molte: la prima è che solo in questo modo possiamo difendere al meglio la nostra autonomia. Stando da soli non avremmo raccolto la forza sufficiente per difendere gli interessi del territorio; alleandoci con un partito che già nel passato e nel presente, anche nelle nostre amministrazioni, ha sempre difeso le ragioni dell’autonomia, è per noi la garanzia più grande per correggere le decisioni degli ultimi governi che hanno portato a una riduzione della nostra autonomia.

    La nostra è un’alleanza di scopo, collegata com’è al nostro bisogno di dare più respiro all’autonomia, perché se l’autonomia non diventa patrimonio culturale non solo della nostra gente e dei nostri rappresentanti, ma dell’insieme, o almeno della maggioranza, dei partiti nazionali, per noi sarà più difficile difenderla. 

    I valori dell’autonomia sono strettamente legati ai valori democratici, di cui il Pd si fa portatore. Guardiamo con più attenzione i due termini (autonomia e democrazia) e vedremo che hanno molte convergenze, anche se l’una non può essere ridotta o annullata nell’altra. Essere democratici significa fondamentalmente avere un governo più vicino al popolo, in cui le decisioni siano prese non da un’oligarchia, ma dall’insieme della popolazione. Ma questa è anche la concezione dell’autonomia, come autogoverno del popolo.

    Essere democratici significa dare attenzione a tutto ciò che significa arte di associarsi, proprio per dare, nella libertà, a ciascuno la possibilità di realizzare la sua ambizione di successo. Democrazia non significa esclusivamente il rapporto tra il singolo cittadino isolato e il suo governo, o una partecipazione che si ferma al voto. No, democrazia significa ricchezza di partecipazione, libertà di associarsi, l’influenza di una molteplicità di soggetti che partecipano alla vita collettiva. In Trentino abbiamo una grande tradizione associativa, che va dal volontariato alla cooperazione. Per noi Trentini democrazia significa partecipazione e associazione; anche su questo piano ci ritroviamo insieme. Quando vedo vivere, crescere e svilupparsi le nostre cooperative, ne vedo il valore economico, naturalmente, ma ne vedo anche il modello di vita economica, che comprende anche la vita sociale e la partecipazione democratica. Il modo come sono governate le cooperative sono un modello di partecipazione, è un modo di fare impresa che si fonda sul capitale umano, sulla partecipazione e il coinvolgimento di tutti. La nostra cooperazione porta con sé l’essenza della democrazia. In questo senso per noi sviluppare un discorso con il Partito Democratico significa anche offrire un contributo originale alla crescita di questa parte politica. C’è una cultura antica della sinistra che da sempre privilegia il rapporto con la grande impresa e i suoi operai sindacalizzati. Naturalmente fa parte della loro storia - lo capisco - ma noi possiamo arricchire questa cultura, perché il nostro modo di vedere la crescita economica non è disgiunto, non è lontano dai nostri valori; quando noi parliamo e sosteniamo la cooperazione, noi sosteniamo un modello democratico di sviluppo economico, di compartecipazione di ciascuno alla formazione della ricchezza. Ecco perciò che la nostra alleanza con il PD non è solo strumentale, non serve solo a contrastare la logica della legge elettorale che costringe tutti ad allearsi, ma ha anche delle ragioni di fondo: la prima è nella nostra capacità di dare ancora più vita, più vividezza, più ricchezza al termine democratico, perché non esiste un valore democratico che non comprenda l’autonomia; la seconda è perché arricchiamo con la nostra esperienza economica, fondata sulla cooperazione, sull’impresa familiare, una cultura che ha sempre guardato con distacco a queste esperienze, che invece nel tempo si sono rivelate le più solide e le più capaci di promettere coesione sociale e miglioramento delle condizioni economiche per tutti e non solo per pochi.

     

    3. I valori del nostro sapere vivere insieme

    Vorrei approfondire qual è il senso della nostra autonomia e perché è la stella che ci guida, che ci ha guidato nel passato e che dovrà guidarci nel futuro. La nostra idea di autonomia non è solo un fatto giuridico. Non siamo solo autonomi perché vogliamo governarci da noi stessi; anche questo, naturalmente, ma non solo questo. La nostra autonomia ha una natura identitaria. Ci riconosciamo nell’autonomia, perché ci riconosciamo in noi stessi, come collettività, come popolo. 

    Abbiamo il culto del nostro territorio, non solo perché è nostro, ma perché non ci possiamo immaginare senza i nostri panorami, le nostre valli, i nostri centri abitati. Sentiamo un’appartenenza formidabile con questa terra, perché non potremmo vivere, come Trentini, in un panorama diverso; perché attraverso il nostro modo di trattare il territorio, le nostre montagne, i nostri laghi, ritroviamo i nostri valori. Sono i nostri valori che ci fanno Trentini; non è solo una questione geografica, non è solo una questione di confini, ma è perché ci identifichiamo, tutti, nei nostri valori.

    Al centro dei nostri valori c’è la famiglia, perché sappiamo che è dentro la famiglia che ognuno ritrova la solidarietà, quando c’è bisogno, ma ritrova anche la capacità di fare impresa, di fare cooperazione, di crescere insomma, anche economicamente. Senza la famiglia non ci sarebbe il Trentino, questo è il nostro valore fondante. Ma abbiamo anche le relazioni umane. Noi sappiamo che alla base delle relazioni economiche, delle relazioni sociali, persino delle relazioni politiche, c’è sempre la relazione tra le persone. E in questo ci riconosciamo tutti. Sappiamo che dietro un’impresa ci sono le persone; che quando pensiamo a una norma, a una legge, a un provvedimento, sappiamo che incide sulla vita delle persone. Ecco questa sensibilità a pensare alle persone è un altro dei nostri valori fondanti. Senza questa attenzione al fatto che le cose non sono astratte, il governo non è mai un esercizio tecnico; c’è questa idea che le persone contano e per noi conta ciascuna persona, dal professionista di Trento al contadino più lontano del villaggio più interno. Noi siamo le nostre persone e il rispetto che vi portiamo.

    Siamo, in una parola, una comunità. E non è cosa scontata, soprattutto di questi tempi. Noi vediamo ogni giorno come le città metropolitane si disgreghino, come la convivenza civile sia diventata più faticosa, più difficile, come ognuno guardi all’altro come un disturbo, come un problema. Noi no. Noi Trentini no. Noi abbiamo questo senso della comunità, sappiamo che vinceremo tutti insieme e perderemo tutti insieme, che siamo una collettività che si muove sempre con questo spirito collettivo, solidale e cooperativo. Questa nostra forza di essere comunità è la cosa più preziosa che abbiamo; dobbiamo conservarla e dobbiamo svilupparla. E se restiamo comunità il futuro non ci sarà mai paura.

    Anche nella promozione del nostro turismo, che è il modo più efficace che abbiamo di far conoscere la nostra realtà e di valorizzarla, abbiamo sempre attenzione a presentarci nella nostra autenticità. Non vogliamo assomigliare a nessuno, non vogliamo imitare nessuno, cerchiamo di cogliere quanto di meglio si trova altrove, come servizi, come strutture, come tecnicalità, ma vogliamo restare noi stessi. Perché sappiamo che questa è la nostra forza: l’autenticità. 

    Vogliamo essere moderni, perché non abbiamo mai avuto una concezione né isolata, né claustrofobica del nostro governo; abbiamo portato la banda larga in montagna; vogliamo essere collegati con il mondo; vogliamo essere agganciati al mondo che corre; ma vogliamo restare noi stessi, con la nostra anima, con le nostre caratteristiche, con il nostro cuore trentino.

    Anzi, proprio perché la globalizzazione avanza e il mondo diventa piatto, tanto che un prodotto può essere pensato in California, prodotto in Cina e contabilizzato in Ungheria, c’è una crescente domanda di distinzione, di autenticità. Nel mondo globale si vince fondamentalmente in due modi: o perché si ha una potenza globale (un’impresa multinazionale capace di parlare al mondo, produrre dovunque nel mondo) o perché si è unici, rari, autentici. Noi, per la nostra dimensione geografica, per la nostra storia, abbiamo questa seconda strada davanti a noi. Il nome Trentino, il marchio Trentino è la nostra impronta in tutto quello che facciamo. Siamo qualcosa di unico nel panorama italiano, europeo e perciò globale. Dobbiamo coltivare la nostra unicità e per farlo dobbiamo restare autentici, restare noi stessi. Questo non vuol dire non muovere nulla, essere conservatori oltre ogni misura, ma significa inverare continuamente la nostra identità. Capire, ogni volta che il mondo si muove, quale spazio il cambiamento riserva al Trentino e come possiamo fare per conquistarlo e, se non c’è, per crearlo. È questa la nostra ambizione, la nostra visione: crescere sull’autenticità, sull’autogoverno, su noi stessi. C’è tutto questo dentro il senso della nostra autonomia. Non è separazione, ma unione della nostra identità nel rapporto con il mondo che cambia. Se saremo sempre unici e pronti a cambiare sempre, proprio per restare noi stessi, supereremo ogni problema.

     

    4. Elezioni cruciali per il Trentino e la sua autonomia

    Queste elezioni sono fondamentali per capire che strada prende la nostra autonomia. Vorrei subito precisare che quello che noi proponiamo non è un’idea di autonomia “egoista”, rinchiusa in se stessa. Abbiamo dimostrato con i fatti, e il centro-sinistra autonomista ne è la bandiera, che sappiamo assumerci le nostre responsabilità fino in fondo, con serietà, rigore e qualità delle nostre scelte. Fino agli inizi degli anni Duemila, eravamo - dobbiamo riconoscerlo - dei privilegiati, ma in questi ultimi anni le cose sono profondamente cambiate e quello che una volta era un privilegio sta lentamente diventando una discriminazione. Siamo stati attaccati durante il governo Lega/Berlusconi dalle leggi sul federalismo che hanno penalizzato il Trentino e l’Alto Adige a favore del sud e delle altre regioni del nord. Poi il governo Monti ha fatto i tagli lineari che non hanno considerato come da noi sul bilancio della provincia pesa tutta la spesa pubblica, nazionale e locale, mentre nelle altre regioni, anche a statuto speciale, ce n’è solo una parte. Da noi l’università viene pagata con i soldi del bilancio della provincia, così la protezione civile, i comuni e quant’altro. Nelle altre regioni l’università la paga lo stato nazionale, le pensioni le paga il bilancio nazionale. Togliere la stessa percentuale a ogni regione non solo non è equo, ma punisce i virtuosi, quelli che gestiscono bene la cosa pubblica, quelli che non creano deficit, quelli che sono responsabili. Questa profonda discriminazione deve trovare un modo per essere riparata. Noi siamo assolutamente convinti che la solidarietà nazionale sia per noi un preciso dovere. Ma questo non vuol dire accettare un sistema che colpisce “a casaccio”, con effetti assolutamente iniqui. Il sistema che vogliamo è quello che sappia tenere in debita considerazione le competenze realmente esercitate, la spesa pubblica territoriale consolidata (e non solo quella regionale), il peso delle dimensioni (che non consente economie di scala), il rapporto con la capacità di produrre ricchezza e di governare in modo serio e adeguato.

    Per noi Trentini si apre un capitolo importante; dobbiamo riprendere la bandiera della nostra autonomia, fermi nei nostri riferimenti che per noi significano equità e non arbitrio, responsabilità e non spreco, attenzione all’autogoverno e alla gestione oculata delle risorse. Riferimenti che ci impongono di essere solidali, anche accettando i necessari sacrifici, ma nella consapevolezza che Governo e Parlamento adottino un criterio sensato e ancorato a criteri oggettivi, non differenziato a seconda del peso politico o degli interessi in gioco.

    Noi vogliamo crescere con i nostri mezzi; vogliamo l’autonomia perché significa contare sulle proprie forze; non vogliamo privilegi, ma la possibilità di determinare da noi stessi il nostro destino e il ruolo che intendiamo giocare sullo scenario nazionale. Per queste ragioni, se dalle prossime elezioni uscirà vincente la nostra alleanza, potremo star certi che l’azione corrosiva che come Trentino abbiamo sperimentato fino ad oggi potrà finire, o per lo meno cambiare di segno. Mentre se vincerà Berlusconi, l’accoppiata Maroni–Bossi, o ancora Grillo, per la nostra autonomia si apriranno pagine ancora più difficili. Riprendiamoci il nostro destino, facendo vincere le forze che sostengono i valori dell’autonomia, al servizio del Trentino e dell’intero Paese.

     

    5. Il futuro significa più famiglia 

    L’Italia è un paese fondato sulla famiglia e sulla famiglia con figli. C’è un fenomeno negativo che però sta interessando il nostro Paese. Siamo la nazione al mondo dove nascono meno figli. Nella graduatoria mondiale dove sono considerati 220 paesi, l’Italia è al 201° posto. Tanti paesi più poveri del nostro fanno nascere più figli; anche paesi più ricchi del nostro (Stati Uniti, Francia, Inghilterra) fanno nascere più figli. Siamo noi italiani in coda a questa classifica.

    Ma l’Italia non era nel passato un paese con pochi figli, tutt’altro: già nel 1970 l’indice di figli per donna era nel nostro paese di 2,4 e poi, anno dopo anno, è continuato a scendere fino a oggi, con 1,4 figli per ogni donna. Il che significa che con il passare del tempo avremo, se le cose continuano così, sempre meno italiani.

    Naturalmente ci sono tanti fattori che contribuiscono a fare meno figli: ci si sposa più tardi, c’è l’insicurezza economica, c’è soprattutto l’assenza di politiche nazionali specifiche in favore della famiglia. Non si tratta solo di leggi o di incentivi economici, ma di una complessiva organizzazione sociale che non favorisce le famiglie con bambini. Gli asili nido che mancano costringono le donne a scegliere tra il lavoro e la maternità; la discriminazione sul lavoro verso chi ha figli contribuisce a penalizzare le donne nel mondo del lavoro. Bisogna che tutto questo sia cambiato, bisogna che la maternità abbia tutti i vantaggi possibili e sia incentivata e spinta in tutti i modi.

    Abbiamo bisogno di trovare nei ristoranti i menu per bambini, in maniera da permettere anche alle famiglie di frequentarli; abbiamo bisogno di più hotel studiati proprio per le famiglie; abbiamo bisogno di trovare dovunque, nelle stazioni ferroviarie, nei musei, nelle autostrade, luoghi in cui le mamme possano accudire i bambini più piccoli; abbiamo bisogno che i bambini piccoli e le loro mamme siano considerati nelle loro esigenze.

    Noi Trentini sappiamo quanto conta la famiglia e quanto conta avere una popolazione che si rinnova, che presenta sempre nuove generazioni a impegnarsi nel lavoro e nello studio. Non dobbiamo mai dimenticare questo nostro pilastro, questo dato essenziale della nostra società. Allora sia con gli strumenti pubblici, sia attraverso un’opera di persuasione sui soggetti privati, dobbiamo costruire sempre più una società che aiuti la famiglia e la sostenga proprio nella sua principale funzione di ambiente che aiuta la nascita e la crescita di nuovi trentini e nuovi italiani.

     

     

    6. Le imprese creano sviluppo e fanno comunità

    In questo periodo le imprese vivono un momento molto difficile. Il mercato interno è in difficoltà e il segno meno prevale in ogni statistica. Per fortuna c’è un buon andamento delle esportazioni che rende meno drammatica la situazione. 

    Però bisogna fare qualche ragionamento in più, perché non ci possiamo solo limitare a parlare della crisi, o ad auspicare che finisca presto, o sperare che siano presi dei provvedimenti per farla finire al più presto possibile.

    Bisogna ragionare innanzitutto sulle cause della crisi, su ciò che l’ha provocata e sulle conclusioni che da queste vicenda si possono trarre. Occorre fare dei ragionamenti che vadano oltre la congiuntura. Sarebbe lungo raccontare le origini della crisi, dagli Stati Uniti all’Europa. Quel che è certo è che questa crisi non l’hanno provocata le piccole imprese, non l’hanno provocata le cooperative di produzione, non l’hanno certo provocata gli artigiani o tutto il mondo delle imprese familiari.

    Questa crisi l’hanno provocata la grande finanza internazionale e la grande impresa, non la piccola e media impresa. Anzi, il paradosso è che il governo della crisi sta in mano ai governi, ai grandi gruppi finanziari, alle grandi banche, ma chi ne paga le conseguenze sono i piccoli. Oggi le piccole imprese non riescono a ottenere credito dalle banche e quando ci riescono devono pagare un tasso d’interesse tanto alto che è difficile sostenere il suo pagamento. Quando un’impresa paga il denaro all’ 8 o anche al 10 %, per pagare gli interessi dovrebbe avere dei rendimenti netti almeno superiori al tasso d’interesse; ma in un momento come questo avere tassi di profitto netto del 10 % o più è molto difficile. Perciò le imprese che non hanno capitali propri non fanno gli investimenti, non espandono la loro attività e sono in trincea per difendere la sopravvivenza.

    Oggi dobbiamo esprimere un ringraziamento a questi piccoli imprenditori, perché è grazie al loro lavoro che l’occupazione regge, che si continua a produrre reddito, che la situazione evita di diventare ancora più drammatica di quella che è. Sono quasi degli eroi, perché nella distrazione di massa dei media, nella politica di ristrettezza delle banche, nell’assenza di credito, riescono comunque a lavorare e a produrre.

    Occorre perciò che il sistema bancario ritorni a offrire credito alle imprese; non è possibile che si trovino soldi in grande quantità quando si tratta di salvare una banca, come il Monte dei Paschi di Siena, e non si trovino le risorse per finanziare le piccole imprese. Qui si sta compiendo un delitto economico, perché se il tessuto molecolare delle piccole imprese decade, vuol dire che decadono interi territori, il cui benessere non è  legato alla presenza di grandi imprese, ma alla presenza di una rete di piccole e medie imprese.

    Pensiamo un po’ com’è andato avanti lo sviluppo del nostro Paese soprattutto a nord est. Nell’immediato dopoguerra lo sviluppo era tutto a nord ovest, con l’asse Lombardia - Piemonte, o meglio Torino - Milano. C’erano la Fiat, la Pirelli, le grandi aziende che producevano beni di massa e attiravano nuova popolazione. Accanto a questa grande industria che stava sempre sotto i riflettori, che riceveva sostegni pubblici di ogni genere e i cui capi azienda erano considerati dei miti, crescevano i fili d’erba delle piccole e medie aziende nel nord est. Nascevano i distretti industriali, come in Veneto, ma anche nelle Marche, anche nel nostro Trentino. Era un’altra via allo sviluppo economico, più fondata sui valori territoriali, sul lavoro familiare, sulle relazioni umane all’interno delle aziende e fra le aziende con il resto della popolazione.

    Dopo alcuni decenni, la situazione si è capovolta: nel nord est il panorama è in buona parte di crisi: le grandi aziende non assumono più, ma licenziano; gli stabilimenti produttivi vengono o chiusi o ridotti; la ricchezza è sempre più finanziaria e sempre meno produttiva. Il panorama al nord est è opposto: ogni piccola impresa si salda al territorio coma una pianta affonda le sue radici nel terreno per trovare alimento; le famiglie cominciano a fare impresa tutti insieme, mantenendo il legame familiare e creando solidarietà molecolare; la stessa cooperazione cresce e si rafforza mettendo insieme più servizi, i canali distributivi, il marketing e la comunicazione. Questo modello di sviluppo, invece di creare squilibri sociali, finisce con il rafforzare il tessuto economico e con quello anche i valori identitari del territorio. Perché in questo caso lo sviluppo non viene da un’astrazione della finanza, ma dalle competenze diffuse nel territorio, dalla loro voglia di lavorare e di affermarsi.

    Lo sviluppo al nord est è stato realizzato lontano dai riflettori dei media, con grande serietà e con grande discrezione. Spesso si è compiuto nella disattenzione del governo nazionale e solo con l’appoggio dei governi locali. Oggi questo modello è messo in crisi proprio dalla mancanza di credito, dalla necessità di colmare le voragini che le grandi imprese hanno creato e che costringe tutti a pagare tasse sempre più elevate.

    Con il modello originale di sviluppo del nord est abbiamo smentito anche alcuni luoghi comuni. Si diceva che lo sviluppo non va dove non ci sono grandi capitali; e invece da noi i grandi capitali non c’erano, ma c’era tanta competenza e tanta dedizione al lavoro; si diceva che lo sviluppo si concentra nei grandi centri urbani, a Milano, a Torino, e invece abbiamo dimostrato che ci può essere sviluppo anche nelle piccole province, nei territori senza grande densità urbana; si diceva che lo sviluppo si sarebbe concentrato solo nei punti di grande snodo delle infrastrutture, come porti, autostrade, aeroporti; e invece abbiamo dimostrato che c’è sviluppo anche in territori dove al massimo c’è una strada provinciale o poco più; si diceva che per esportare bisogna avere grandi imprese con grandi reti, e invece ci siamo inventati le “multinazionali tascabili”, cioè imprese piccole e medie capaci di conquistare quote di mercato nel commercio internazionale, senza disporre di strutture pesanti.

    Abbiamo smentito tanti luoghi comuni, perché la verità è che l’elemento più prezioso per lo sviluppo è il capitale umano e il capitale sociale, cioè quello che le persone riescono a costruire e rappresentare in un territorio. E noi di questo capitale ne abbiamo a sufficienza.

    Oggi però dobbiamo difendere questo nostro patrimonio che è insieme valoriale ed economico. Non creando una riserva, un’assistenza, che non fa parte del nostro DNA, ma creando le condizioni per cui queste imprese possano continuare a vivere e a prosperare.

    Innanzitutto i problemi del credito, si diceva prima; ma anche far finalmente funzionare strumenti pubblici come l’ICE (Istituto per il commercio estero) che dovrebbe aiutare proprio le imprese più piccole, che non possono permettersi di avere sedi e persone all’estero; ma finora questo soggetto non ha dato buone prove di sé; adesso è sotto riforma e pensiamo che il nuovo governo dovrà rafforzarlo e dargli finalmente efficienza. Ci sono le necessarie semplificazioni fiscali, che possano rendere la contabilità non una fatica e un costo, ma qualcosa che possa essere affrontato con serenità; bisogna abbassare le imposte sulle piccole imprese; bisogna favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, magari detassando i loro costi fiscali per tre anni. Infatti, cosa ci guadagna lo Stato dall’avere migliaia e migliaia di giovani senza lavoro? Non incassa certo soldi da loro. Invece, se rinuncia alla tassazione dei primi tre anni, è vero che non incassa imposte sul loro lavoro diretto, ma li incassa sui loro consumi (con l’Iva), con il prodotto delle aziende dove lavorano, con le esportazioni e così via.

    Non possiamo sostenere ancora oltre il costo sociale di avere una generazione intera che arriva al lavoro tardi, ci arriva male e senza nessuna solidità.

    C’è poi l’altro grande e nuovo problema degli ultra cinquantenni, che trovano difficoltà a trovare nuova occupazione, quando provengono da situazioni critiche. Per fortuna il ciclo di vita delle persone si è allungato, ma adesso si va in pensione più tardi, perciò si è creata una nuova fascia critica, da 50 ai 65 anni, quando le persone non sono ancora in pensione, ma sono in difficoltà sul lavoro. Non si tratta solo degli esodati, che tecnicamente si trovano senza lavoro e senza pensione, ma di una fascia generazionale che viene oggi all’attenzione generale proprio per questa tenaglia: da un lato la pensione che si allunga nel tempo e il lavoro che si accorcia. Anche in questi casi dovremo pensare a incentivi, a norme, a provvedimenti che possano far utilizzare da parte della società risorse che hanno esperienza e qualità.

    Tutto questo perché nella nostra visione l’economia non è staccata dal resto delle cose. Non abbiamo una visione ragionieristica della politica economica e della vita sociale. Sappiamo che per noi il sociale è avanti a tutto; le persone sono avanti a tutto. Vogliamo il lavoro per i giovani e per tutti, non solo come fonte di reddito, ma perché il lavoro offre una posizione sociale, offre sicurezza personale ed è l’elemento principale su cui si costruisce la coesione sociale.

    Quando difendiamo la cooperazione, lo facciamo perché sappiamo che lì non c’è solo l’elemento economico, ma l’elemento umano, che fa di quell’attività economica qualcosa di importante non solo sul piano materiale, ma anche su quello spirituale, valoriale. Fare cooperazione significa fare società in miniatura, esercitare solidarietà come regola ordinaria di convivenza. Quando difendiamo la piccola impresa o, ancora di più, l’impresa familiare, è perché vediamo che lì c’è una rappresentazione del mondo che vorremmo, efficiente, ma anche solidale; dedita al lavoro, che non dimentica che intorno, accanto, sopra al lavoro c’è la famiglia, c’è la comunità in cui si vive e rispetto alle quali si hanno doveri, oltre che il vantaggio di sentirsi più sicuri e più solidali. Quando difendiamo l’artigianato non lo facciamo per conservatorismo, ma perché sappiamo che quella competenza che esercita l’artigiano rappresenta la sua vita e non è solo un mezzo per procurarsi il reddito per vivere.

    La nostra agenda economica è perciò questa: difendere, esaltare, sviluppare le forme di economia che partono dal basso, che sono legate al territorio, che sono fondate sui valori familiari. Non siamo contro la grande impresa e sappiamo bene che la grande impresa fa cose che la piccola non può fare. Ma siamo contro il sistema finanziario e bancario quando questo dimentica le sue funzioni fondamentali, che sono di creare sviluppo, benessere della popolazione, invece di creare crisi e contro-crisi che alla fine impoveriscono i molti e arricchiscono i pochi. Abbiamo bisogno di banche che stiano accanto agli imprenditori, accanto alle persone, e ci sono esempi di buone banche e di buone istituzioni finanziarie. È su queste che noi contiamo.

    Il prossimo governo avrà perciò un grande compito davanti a sé, dettato proprio dall’agenda economica, che per noi significa più occupazione, più credito, più sviluppo. Il nostro “spread” è quello tra la volontà, il sogno, delle persone di realizzare il proprio benessere e le difficoltà, poste dal sistema nel suo complesso, a realizzarle. Il nostro “spread” è tra la voglia di fare e la difficoltà a fare. Colmare per noi lo “spread” significa avere norme che aiutino lo sviluppo e le forme di imprenditoria più legate al territorio. È questa la nostra agenda e su questo siamo fortemente impegnati.

     

     

    7. Un fisco più leggero, più semplice, più vicino al cittadino

    Oggi il nostro paese ha raggiunto il massimo nella pressione fiscale. Più della metà della ricchezza che la nazione produce, in qualche modo, viene intermediata dal bilancio pubblico, e i cittadini sono scontenti sia per la quantità di tasse, sia per il modo in cui è organizzato il loro pagamento. Abbiamo troppe scadenze; abbiamo una grande incertezza sul modo di pagarle (basti pensare che si è saputo l’effettivo pagamento dell’IMU solo a ridosso della scadenza finale); abbiamo un esercito di consulenti che aiutano il contribuente a fare anche la più semplice della dichiarazione dei redditi.

    Naturalmente bisogna pagare meno tasse, soprattutto da parte delle piccole imprese e di chi lavora, mentre bisognerà colpire maggiormente le rendite, soprattutto quelle finanziarie. Ma occorre mettere mano anche agli aspetti organizzativi del sistema fiscale.

    Il primo punto è la semplicità: forse è possibile che il lavoro preparatorio, adempitivo, organizzativo delle dichiarazioni dei redditi, lo faccia il fisco al posto del cittadino. Ad esempio chi è lavoratore dipendente, e magari ha anche una o più proprietà immobiliari, senza altri redditi da lavoro indipendente o da operazioni finanziarie, potrebbe ricevere a casa una pre-dichiarazione da parte del fisco qualche settimana prima della scadenza e, se non ha da apportare cambiamenti, si reca alla scadenza all’ufficio imposte e paga quanto dovuto. Oppure, se non è esatta, proverà a correggerla o chiederà maggiori spiegazioni. Ecco, uno stato moderno, che instaura un rapporto di fiducia con i cittadini si comporta così, aiutando il contribuente, almeno sul piano delle procedure.

    Perché le dichiarazioni dei redditi devono essere un rompicapo, una cosa difficilissima, incomprensibile, tanto che si deve pagare un professionista per poter esercitare un diritto/dovere? È incredibile che oltre a pagare le imposte, bisogna pagare anche qualcuno che ci spieghi come e quanto dobbiamo pagare. Il fisco può essere più semplice. Naturalmente anche le norme devono essere più semplici. Perché un’imposta deve essere come un geroglifico da non poter essere compresa da una persona normale? Perché il linguaggio usato deve essere quello per iniziati, specialistico, distante dal senso comune? Perché non si possono usare parole semplici? Il Parlamento dovrà impegnarsi a scrivere le leggi del fisco che siano comprensibili da tutti.

    Bisogna poi assolutamente cambiare le norme che regolano il pagamento delle imposte dei professionisti e delle piccole e medie imprese. Bisogna passare al pagamento dell’Iva, ad esempio, per cassa e non per competenza. Adesso, in un momento difficile per l’economia, ci sono sempre più ritardi nei pagamenti e un’impresa si trova magari a dover pagare l’Iva senza ancora aver ricevuto il compenso cui l’imposta si riferisce. Allora per i professionisti e per le imprese con un fatturato sotto una certa soglia, bisogna cambiare registro, facendo valere il principio del pagamento per cassa. 

    C’è poi il grande tema dell’evasione fiscale, che dev’essere colpita duramente quando sono occultate ricchezze impressionanti, o semplicemente si nasconda tutto il reddito (o una sua buona parte) al fisco. Ma c’è anche una tematica che va tenuta presente, che riguarda le piccole aziende, magari anche a gestione familiare, che hanno una elusione fiscale, o non dichiarano completamente i redditi, magari di lavoratori non perfettamente contrattualizzati. Si tratta di far emergere il sommerso delle imprese e dei professionisti. Ma questo bisogna farlo con determinazione, ma anche con attenzione. Perché parte di queste imprese, senza sommerso, rischiano di chiudere, e allora il fisco perde le sue entrate, i lavoratori perdono il lavoro e l’imprenditore finisce la sua avventura economica. Allora bisogna studiare dei piani di rientro graduali. Si faccia un accordo con il fisco fissando ex ante un fatturato per l’anno successivo più elevato, e poi ancora di più l’anno successivo; insomma si stabiliscano dei piani di rientro che raggiungano l’obiettivo di far incrementare le entrate dello Stato, ma non distruggano l’attività economica.

    Creare poi delle “white list” delle imprese trasparenti. Ci possono essere delle imprese che volontariamente decidano di trasmettere all’agenzia delle entrate, mese per mese, i dati delle spese, delle fatturazioni, insomma di tutto ciò che inerisce alla contabilità aziendale. L’agenzia delle entrate farà ogni calcolo, tanto che non ci sarà più nemmeno bisogno di un commercialista per fare la dichiarazione annuale e si potrà prevedere un “bonus” di sconto sulle imposte, proprio per queste imprese che rispettano appunto i parametri di trasparenza e di aderenza alle migliori pratiche contabili e che possano quindi rientrare nella lista delle “aziende fiscalmente eccellenti” tenuta dall’Agenzia delle Entrate.

    Sono alcune proposte di buon senso, il cui fine è di arrivare a stabilire un nuovo patto generale tra il fisco e la società. Il fondamento di questo nuovo patto sta nell’incrementare la reciproca fiducia. Oggi il fisco vede nei cittadini e nelle imprese un soggetto tendenzialmente disonesto. E a loro volta i cittadini e le imprese vedono nel fisco un soggetto che agisce dall’alto, senza distinguere tra contribuente e contribuente, senza calarsi nelle situazioni concrete delle aziende, senza esercitare l’arte della distinzione e del riconoscimento della qualità di chi ha di fronte.

    Se il nostro Paese risolverà la questione fiscale, che significa meno tasse e meno evasori da un lato, ma anche una semplificazione di tutte le procedure e un maggiore rapporto fiduciario tra fisco e cittadini dall’altro, si potrà dire di essere in un paese davvero responsabile e moderno. Perché le imposte fanno pienamente parte del senso di responsabilità di un paese. È sventurato quel paese che non paga tasse, perché vuol dire che non ha servizi per la gente e che i servizi se li potrà permettere solo chi è ricco (erano così le società antiche e medioevali). Ma è ugualmente sventurato quel paese che si trova a pagare troppe tasse e in maniera non equa, non giusta, magari casuale, perché la singola persona le paga a seconda di come trae il reddito e di come lo spende, insomma da circostanze esterne al concetto di equità. Mentre l’ideale è che si paghi, come dice la Costituzione, in ragione del proprio reddito. 

    Senza un fisco equo non c’è un paese equo e senza un fisco equo si perde anche il senso di solidarietà di un paese. La tassazione da il diritto di cittadinanza ed è anche il modo attraverso cui una società cementa se stessa. Perché dalle imposte derivano le risorse per la sanità, per l’istruzione e per tutto il resto dei servizi pubblici. La tassazione è il vero nodo attraverso cui si vede se un paese è davvero coeso, è davvero unito, è davvero solidale. Ma la premessa è che questa tassazione sia equa e sia riconosciuta come tale dalla gente, da tutti i contribuenti. Più è diseguale, casuale, caotica, incerta, complicata, meno la gente si riconoscerà nel Paese.

    Una tassazione onerosa e iniqua porta il Paese alla dissoluzione. Allora bisognerà che su questo tema la prossima legislatura faccia chiarezza e s’impegni a migliorare tutto quello che c’è da migliorare. Non si pagheranno mai le tasse con il sorriso, ma si potranno pagare con serietà, sapendo che si paga il giusto e che quel che si paga ritornerà poi in servizi di qualità e benessere collettivo. È per questo che ci batteremo.

    Nell’accordo firmato con la SVP e il PD nazionale abbiamo previsto la gestione delle entrate tributarie da parte delle province autonome di Trento e di Bolzano. Per migliorare il PIL, ridurre il debito pubblico ed aumentare la soddisfazione dei cittadini serve che lo Stato fornisca i servizi necessari spendendo correttamente le risorse senza inefficienze (costi standard uguali a nord ed a sud) e che vi sia contemporaneamente un prelievo fiscale giusto e sostenibile. Per dare servizi, dalla sanità alle strade, dalla scuola ai servizi sociali, servono risorse. Per una corretta imposizione fiscale serve conoscenza del territorio, collaborazione con lo Stato sia nella definizione dell’imposizione fiscale che nell’elaborazione ed effettuazione dei controlli (l’accordo di Milano va finalmente attuato!). Evasione fiscale significa concorrenza sleale; ma contemporaneamente l’imposizione e la modalità dei controlli devono essere tali da non “strozzare” le imprese, dalle società più grandi, alla ditta più piccola, ma per questo non meno importante. E’ poi fondamentale avvisare prima i soggetti relativamente alle imposte da versare ed aiutarli negli adempimenti, non puntando sull’effetto sorpresa con controlli ex post. Vanno coinvolti i comuni e le comunità di valle, che sono più vicini ai cittadini, per individuare “il marcio” nel sistema. Un migliore utilizzo della spesa pubblica permette di fornire più servizi e ridurre il prelievo fiscale; i cittadini valutano i servizi forniti dall’ente pubblico, si invita ognuno a comunicare, a denunciare eventuali sprechi. Va fatto il monitoraggio di chi paga le imposte, di chi gestisce la spesa pubblica e della correttezza dell’operato dei dipendenti pubblici. Considerato il funzionamento “efficiente” del sistema Trentino è necessario che l’efficienza nella gestione si possa tramutare in minore pressione fiscale. Chi invece non agisce con efficienza ed efficacia che si “paghi” i propri buchi di bilancio. È più facile monitorare un sistema delle dimensioni come quelle del Trentino che uno con dimensioni molto superiori. La volontà di fare di risparmiare, di investire dei Trentini deve essere premiata Ad una buona gestione della spesa ne deve conseguire anche la possibilità di una creazione “sartoriale” del sistema imposte!

     

     

    8. La cultura come memoria e come modernità

    Nella mia esperienza di assessore alla cultura del Trentino, ho potuto sviluppare due concetti che mi stanno a cuore e che credo abbiano la possibilità di essere importanti anche nell’esperienza nazionale. Da un lato ho inteso la cultura non come un settore distante e distaccato dal resto della nostra realtà sociale. Quel che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto per alimentare, sviluppare, con grande creatività, la nostra cultura, nei suoi ambiti. È stata una concezione non chiusa, ma aperta alla sperimentazione, alla capacità di essere in sintonia con il mondo. E la nostra piccola provincia ha potuto così dialogare con quanto di interessante si muove nella cultura al fuori della nostra realtà. Quindi la prima idea è che la cultura non è attività che serva a creare un mondo separato, lontano dalla gente comune, ma deve stare dentro le cose, dentro i sentimenti della gente normale, è una crescita di tutti, non è qualcosa di autoreferenziale. E sappiamo bene che la cultura è spesso il mezzo attraverso cui si crea la separazione tra la classe colta e quella che invece pensa ai problemi di ogni giorno. Per noi non è così: la cultura vive nella nostra storia, che è storia collettiva, storia dei tanti e non dei pochi.

    La seconda idea è che la cultura deve vivere nella - e della - modernità. Dobbiamo pensare alle nuove tecnologie che oggi servono ad avvicinare la gente alla produzione culturale. Viviamo nell’entertainment, nella produzione televisiva, nel mondo digitale, che presenta sempre ogni cosa sotto la luce dell’intrattenimento, della leggerezza, della divulgazione. Ecco, se vogliamo sempre più avvicinare la gente alla cultura, dobbiamo considerare queste nuove tecnologie, questi modi più accattivanti di presentare il contenuto culturale.

    La cultura finora è stata un mondo separato. La cultura è stata il mezzo attraverso cui si è inverato quel detto secondo cui il sapere è potere. Noi vogliamo proprio arrivare al punto che il sapere sia distribuito il massimo possibile, che della cultura si occupino tutti; che il sapere sia inclusivo e non esclusivo. Questi pensieri rispondono alla nostra ispirazione popolare, al nostro modo di sentire, che nasce dal popolo e pensa di crescere insieme al popolo e non contro di esso. Su questo punto la mia visione è molto radicale: proprio perché non credo alla cultura come visione separata del mondo, come un settore riservato solo a pochi, allora mi pongo il problema di come allargare sia la sfera delle persone coinvolte dalla cultura e vorrei che fossero in tanti a visitare i nostri come gli altri musei; sia di come la cultura si occupa della nostra storia, della nostra identità. L’identità è un fatto culturale, prima ancora che geografico, e abbiamo bisogno che la nostra cultura viva, dentro quest’anima identitaria. La cultura è qualcosa che ci appartiene interiormente, non è solo produzione culturale. Io penso che questo modello che abbiamo sperimentato in Trentino possa essere socializzato e utilizzato anche in altre aree del Paese, perché il Trentino serve anche a questo: a testimoniare come si possa crescere, essendo fedeli a se stessi e alle proprie tradizioni.

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    Segretario politico del Patt e Senatore nella XVII legislatura, sono nato il 24 Dicembre 1959 a Campodenno in Val di Non, nella piccola frazione di Quetta, dove ancora vivo. Ho frequentato il liceo scientifico a Cles e mi sono laureato in Scienze Forestali all'Università di Padova, ottenendo successivamente l'abilitazione alla libera professione.
    Fin da ragazzo ho condiviso i valori dell'Autonomismo, aderendo al PATT e avviando il mio percorso politico e amministrativo come consigliere comunale di maggioranza a Campodenno e capogruppo del mio partito nell'Assemblea comprensoriale della Val di Non.

    Sono sempre stato vicino, anche per tradizione familiare, al mondo agricolo e a quello dell'emigrazione: sono stato direttore dell'A.C.T. - Associazione Contadini Trentini e fra i promotori dell'attività dell'Unione delle Famiglie Trentine all'Estero.

    Dopo un periodo di “apprendistato” quale funzionario presso il Gruppo consiliare provinciale del PATT e, successivamente, presso la Presidenza del Consiglio regionale, nel novembre 1998 sono stato eletto Consigliere provinciale, sempre nelle file del PATT. Nel corso della dodicesima legislatura ho fatto parte del Governo regionale (prima esperienza di collaborazione del PATT con i partiti dell'area di centrosinistra), esercitando la competenza assessorile in tema di Cooperazione, Credito e Personale e nel novembre 2001 sono stato nominato Vicepresidente del Consiglio regionale.

    Nuovamente eletto nella tornata amministrativa del 2003, sono entrato a far parte della Giunta provinciale presieduta da Lorenzo Dellai. All'iniziale competenza in materia di Artigianato, si sono aggiunte nel corso della legislatura quelle riguardanti Interventi per lo sviluppo dell'Economia cooperativa; Catasto e Libro fondiario; Trasporti; Rapporti con l'Unione europea e Cooperazione transfrontaliera.

    Rieletto in Consiglio nel 2008 con oltre seimila preferenze, sono stato nuovamente chiamato a far parte della Giunta provinciale con competenze in materia di Cultura, Rapporti europei e Cooperazione. In questi quattro anni, dopo aver portato a termine la stesura delle Linee guida per le politiche culturali della Provincia, mi sono impegnato a darne attuazione favorendo, in particolare, la creazione di una logica di rete capace di coinvolgere una molteplicità di soggetti in grado di proporsi quale volano di sviluppo per un territorio consapevole della propria storia e, al tempo stesso, pronto a rispondere in modo consapevole e positivo alle sfide dell'apertura e dell'innovazione. Mi sono anche attivato nel dare sostegno ad iniziative mirate a far conoscere il nostro patrimonio culturale anche al di fuori dei confini provinciali e regionali.

    Alle elezioni politiche del febbraio 2013, sono stato eletto in Senato nel collegio uninominale di Trento dove, come candidato del centrosinistra autonomista, ho ottenuto più di 58000 voti, pari al 49,01%.

    In Senato faccio parte del Gruppo "Per le Autonomie - Psi - Maie".

    Sono membro e segretario della IX Commissione (Agricoltura e Produzione Agroalimentare), componente della delegazione NATO, vicepresidente dell'Intergruppo Parlamentare per lo Sviluppo della Montagna, segretario dell'associazione parlamentare "amici della Cina" e componente della Commissione dei Dodici. 

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