Franco Panizza

Franco Panizza

MISURE PER IL RILANCIO DEL PAESE*

  • Creato Giovedì, 24 Settembre 2015 07:29

I mesi che abbiamo davanti sono decisivi per la nostra autonomia e per l'Italia. La riforma costituzionale trasformerà il Senato in una camera delle Autonomie, porterà a cento il numero dei suoi componenti, renderà più efficace l'iter legislativo. E poi la legge di stabilità, con l'impegno dichiarato da parte del Governo a reperire risorse per alleggerire la pressione fiscale, a cominciare dalla Tasi fino all'abolizione dell'IMU agricola.

Il nuovo Senato deve essere, per funzioni e competenze, un vero Senato delle Autonomie, l'organo deputato ad affrontare le questioni territoriali e, di conseguenza, anche quelle delle autonomie speciali. Per questa ragione abbiamo presentato un pacchetto di emendamenti per correggere il testo uscito dalla Camera, il quale configura un Senato troppo limitato nelle sue funzioni e che rischia di essere inefficace. Siamo anche favorevoli all'introduzione di una norma che preveda l'elezione diretta dei futuri senatori, ma il punto dirimente resta quello delle competenze del nuovo Senato. Ed è soprattutto su questo, oltre che sulle garanzie che abbiamo chiesto per le nostra autonomia speciale, che esprimeremo il nostro giudizio sulla riforma.

Alla Legge di Stabilità il PATT presenterà, sotto forma di emendamenti, una serie di proposte volte a rimarcarne il profilo riformistico e di strumento per il rilancio del Paese. Proprio come abbiamo sempre fatto durante la legislatura, pungolando e sollecitando l'esecutivo a snellire la burocrazia, ad avere una politica fiscale più coraggiosa, concretamente dalla parte delle imprese, della loro crescita, in grado di favorire la ripresa dei consumi.

Pensiamo soprattutto a misure che premino chi innova, chi esporta e chi investe sulla formazione e sulla qualità: un credito d'imposta per favorire la formazione in azienda, il differimento dei termini per il versamento dell'IVA, il riconoscimento di un credito d'imposta a favore delle strutture ricettive all'aria aperta (di recente escluse dagli sgravi limitati alle sole imprese alberghiere). Ma anche aumenti delle deduzioni rispetto all'acquisto di beni strumentali ammortizzabili nell'esercizio, così come per autoveicoli e altri mezzi di trasporto per andare incontro alle esigenze di tante professioni che si basano sulla mobilità. Ma puntiamo anche ad allargare l'ambito delle detrazioni, soprattutto nel campo dell'edilizia, per contrastare l'evasione fiscale e incentivare i consumi: per questo chiederemo l'introduzione di ulteriori detrazioni per gli interventi di manutenzione ordinaria degli immobili residenziali e per gli acquisti di case fino a 250mila euro, per gli interessi sui mutui per l'acquisto della prima casa, l'estensione della tassazione agevolata per le fideiussioni bancarie a garanzie di quelle fornite da terzi (i genitori per i figli) nella registrazione di contratti di locazione. Tenteremo di risolvere una volta per tutte anche il problema dell'estromissione agevolata dei beni aziendali. E interverremo anche sugli investimenti culturali e sulle agevolazioni al volontariato sociale, chiedendo l'esenzione dal pagamento dei diritti d'autore per gli eventi di musica dal vivo organizzati da associazioni di volontariato e la riduzione del 50 per cento per tutti gli altri eventi a scopo benefico. Chiederemo anche il finanziamento delle legge sull'agricoltura sociale per favorire l'inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati.

Ci sono poi una serie di questioni che riguardano i territori di montagna come il nostro. Da vicepresidente dell'Intergruppo Parlamentare per lo Sviluppo della Montagna, assieme agli altri colleghi, abbiamo già sottoposto all'attenzione del Governo una serie di proposte precise affinché siano contenute nel testo iniziale della legge. Oltre a quelle annunciate, come l'abolizione dell'IMU agricola, anche una norma che vieti esplicitamente che l'IMU possa essere richiesta anche agli impianti di risalita. E poi il ripristino delle esenzioni fiscali per l'arrotondamento della piccola proprietà contadina e gli incentivi per incoraggiare la ricomposizione fondiaria a fronte delle estrema frammentazione e parcellizzazione dei terreni nelle aree montane e rurali. Ma anche la conferma del gasolio agevolato per riscaldamento e il ripristino dell'IVA agevolata sui pellet per i comuni climaticamente svantaggiati, un tema su cui lo scorso anno il Governo ha assunto un preciso impegno accogliendo un nostro ordine del giorno.

E c'è, infine, il problema del concordato preventivo, rispetto al quale, sempre grazie a un ordine del giorno e agli emendamenti presentati dagli autonomisti trentini, sono già state introdotte misure per limitare l'uso distorto che viene fatto da troppe aziende. Si tratta ora di rafforzare gli strumenti di controllo preventivo, affinché il concordato sia utilizzato per consentire la continuità aziendale delle imprese in crisi e non per ritardare i pagamenti o scaricare su aziende sane le proprie difficoltà.

Questi sono solo alcuni esempi della visione e dell'impegno degli autonomisti. La gran parte sono il risultato del confronto continuo e delle sollecitazioni che provengono da operatori del settore, singoli cittadini, organizzazioni di categoria, rappresentanti delle nostre comunità e del nostro territorio. Un lavoro importante, che ha come comune denominatore una domanda forte di un sistema più giusto, di una politica in grado di compiere scelte coraggiose, che vadano nella direzione della crescita e del cambiamento.

Una strada che oggi possiamo intraprendere dando alle Istituzioni un assetto più efficiente e una legge di stabilità che sappia davvero essere strumento a favore della ripresa del Paese.

*Pubblicato sull'edizione odierna de "Il Trentino"

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