30 ANNI DALLA STRAGE DI STAVA

  • Stampa
  • Creato Mercoledì, 22 Luglio 2015 09:09

COMUNICATO STAMPA - Dietro la strage di Stava non ci fu la mano del fato o quella della natura matrigna o la furia degli elementi, ma fu dovuto esclusivamente a gravissimi comportamenti da parte dell'uomo. A trent'anni da quella catastrofe il dolore e la rabbia non sono ancora sopiti".

È con le parole che il Presidente della Repubblica Mattarella ha utilizzato domenica scorsa per ricordare la strage di Stava, che il senatore e segretario politico del PATT Franco Panizza, ha voluto cominciare il suo intervento in Senato per ricordare il 30esimo anniversario del triste evento.

"Ricordare Stava - ha detto Panizza in aula - non deve essere un semplice esercizio della memoria, ma un monito costante e quotidiano rispetto alla necessità di mettere in campo politiche di tutela dell'ambiente, del rispetto della natura e per colpire chi, per avidità, non la rispetta. Quest'anno la strage è stata commemorata con l'immagine di un geranio che nasce da una fessura della terra franata, a voler simboleggiare la vita nata dal dolore, la volontà di ricostruire e di credere nel futuro"

Nell'esprimere la sua solidarietà alle comunità colpite e alle famiglie delle vittime, Panizza ha rimarcato "l'operato rigoroso della fondazione Stava1985 che, in tutti questi anni, ha svolto un'azione appassionata sia sul terreno della conservazione della memoria, sia su quello della sensibilizzazione, con numerose iniziative di studio e di ricerca, anche a livello internazionale, affinché il nostro Paese si dotasse di un piano normativo degno di una comunità che sa fare tesoro dei propri errori, anche di quelli più tragici.

Credo infatti - ha continuato il Senatore- che l'introduzione di norme importanti, come quella sui reati ambientali che questo Parlamento ha recentemente approvato, sia anche merito dell'impegno portato avanti dalla Fondazione Stava 1985 e di altre simili. Oggi Stava è stata completamente ricostruita. Un ringraziamento speciale va a chi ha fatto in modo che questo potesse accadere, perché ricostruire significa tornare a vivere.

Facciamo in modo che non sia stato vano, che anche dagli errori più tragici, si possa imparare ad andare avanti, che dalla morte sorga nuova vita, che da una zolla di quella frana possano continuare a nascere altri gerani", ha concluso Panizza.