Franco Panizza

Franco Panizza

CARO RENZI, SIAMO ALLEATI MA VIGILEREMO*

  • Creato Mercoledì, 26 Febbraio 2014 08:39

Garanzie per le autonomie speciali, a cominciare dalla prossima riforma del Titolo V, pieno rispetto dei termini dell'accordo di coalizione tra il PD, il PATT e la SVP siglato prima delle elezioni politiche, collegi uninominali con la nuova legge elettorale per mantenere forte il rapporto tra eletto e territorio. Ma soprattutto una politica e un'azione di Governo senza tentazioni neo-centraliste, che rispettino le autonomie speciali, le nostre prerogative, le nostre competenze.

È ciò che gli autonomisti trentini hanno chiesto al Presidente Matteo Renzi durante le consultazioni per la formazione del nuovo Governo.

In quella sede abbiamo avuto piena apertura su tutti i punti e, sia sul ruolo delle forze autonomiste che su quello delle Autonomie Speciali, ci lasciano ben sperare le significative parole che il nuovo Presidente ha speso ieri durante la discussione sul voto di fiducia, e cioè che le autonomie speciali del Trentino-Alto Adige e della Valle D'Aosta, rappresentano un modello di buongoverno e un esempio su come riavvicinare i cittadini alla politica.

Le vicende di questi ultimi giorni sono la dimostrazione che l'intuizione del fronte unitario delle forze autonomiste, con la conseguente nascita del Gruppo per le Autonomie al Senato, è stata un'intuizione felice, perché ha dato piena riconoscibilità e maggiore forza alla nostra azione politica. Un fatto quanto mai necessario, soprattutto in una fase in cui è in pieno svolgimento una campagna volta a screditare l'eccellenza delle autonomie speciali.

Oggi a Roma si registra, forse per la prima volta in maniera così forte e convinta, la rappresentazione dell'autonomia regionale, con gli autonomisti trentini e sudtirolesi assieme ai loro Presidenti (grazie soprattutto al nuovo corso inaugurato dal Presidente Rossi, che ha saputo coinvolgere pienamente la Provincia di Bolzano) a rappresentare le istanze non di interessi partitici, ma di due autonomie diverse ma unite in un unico quadro istituzionale, che vogliono procedere assieme e assieme rapportarsi con il nuovo Governo.

Se l'unione fa la forza, e lo dico con l'orgoglio di chi, assieme all'interno Partito Autonomista Trentino Tirolese, ha fatto di tutto perché questo succedesse, in questi giorni ne stiamo avendo la conferma. Renzi sa che negli autonomisti trentino-tirolesi trova un alleato prezioso ed affidabile, interessato a affrontare i problemi concreti e a mettere in campo ogni energia per risolverli. Noi ci rendiamo conto, ed ho avuto modo più volte di ribadirlo anche direttamente al Presidente, che oggi dobbiamo mettere in campo riforme strutturali che impongono determinazione e coraggio; se non lo faremo in fretta rischiamo di essere travolti, e questa volta il pericolo è reale, dall'antipolitica e dal populismo.

Ma Renzi sa anche che ha davanti a sé un gruppo e una cultura politica che non farà sconti e che sarà rigorosa nel valutare il suo operato. In sostanza saremo un alleato corretto e leale, a condizione che da parte sua vi sia identica lealtà. Abbiamo apprezzato, durante il dibattito sulla fiducia, il linguaggio della verità che il nuovo Presidente ha messo in campo, quello delle famiglie e delle piccole e medie imprese che ogni giorni affrontano contro la crisi e che chiedono risposte efficaci. Perché questa morde in maniera molto forte e l'Italia ha bisogno di politiche finalmente impattanti per rilanciare l'economia e per rendere più snella la macchina burocratica.

Così come abbiamo apprezzato il riferimento alla funzione identitaria della cultura e la convinzione del nuovo Presidente che coltivare il senso d'appartenenza di una comunità non significa chiudersi, ma aprirsi e favorire l'integrazione. E Renzi ha anche capito che la nostra la nostra Regione di frontiera, tanto più se il Governo si avrà il coraggio di puntare sul tunnel del Brennero e sul rinnovo delle concessioni autostradali, può svolgere un ruolo fondamentale per unire l'Italia all'Europa.

Questo per noi autonomisti vuol dire senso di responsabilità vera, intesa non solo come disponibilità a fare la nostra parte per il risanamento dei conti dello Stato, ma anche come capacità di saper instaurare un confronto col prossimo esecutivo, affinché le nostre Province Autonome rappresentino davvero quel modello di buongoverno cui il Presidente ha fatto riferimento nel suo intervento. Adesso l'augurio è che alle buone intenzioni seguano i fatti. Se così sarà, noi siamo pronti a fare la nostra parte.

*Pubblicato sull'edizione odierna de "Il Trentino"

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