Franco Panizza

Franco Panizza

BRENNERO, ATTENTI A NON RIMETTERE INDIETRO LE LANCETTE DELLA STORIA

  • Creato Mercoledì, 17 Febbraio 2016 16:50

COMUNICATO STAMPA - "È un problema molto più grande di noi. I flussi migratori sono il riflesso di un mondo che sta mutando rapidamente i suoi equilibri. Soprattutto per questo è importante mantenere salda la bussola, i valori che hanno contraddistinto la costruzione europea così come la naturale vocazione della regione Trentino-Tirolese a viversi come un'unica comunità, anche quando la storia ha fatto calare pesanti frontiere tra i nostri popoli. Frontiere che, in nome del sogno europeo e di quello dell'Euregio, sono diventate sempre più leggere e sempre meno opprimenti. Per questo ora, pur nella necessità di affrontare il tema spinoso dei flussi migratori, bisogna fare in modo che non si cancelli quello che col tempo si è faticosamente riconquistato".

Così in una nota il senatore e segretario politico del PATT Franco Panizza sulle nuove misure del governo austriaco per i controlli al Brennero.

"Il fatto che Rossi, Kompatscher e Platter si siano mossi all'unisono nei confronti di Vienna è la riprova della compattezza dell'Euregio. Ma è anche la riprova delle preoccupazioni che ci sono nei nostri territori, come ha sottolineato questo pomeriggio il capogruppo Zeller durante il suo intervento in aula.

La frontiera del Brennero - insiste Panizza - ha un valore altamente simbolico e non è assolutamente paragonabile agli altri confini, proprio come ha ribadito lo stesso Presidente Renzi in aula, ricordandone la scia di sangue e dolore che lo ha contraddistinto in passato e che oggi ci vede protagonisti con un tunnel di collegamento all'avanguardia a livello mondiale.

Per questo è importante che i territori dell'Euregio, anche nell'incontro che avranno con il Ministro Alfano, siano uniti e determinati nel rivendicare il percorso seguito dai nostri territori e riescano a far capire all'Austria, ma anche a tutta l'Europa, che oggi ripristinare un confine faticosamente cancellato può provocare danni irreversibili. Ci rendiamo conto di quanto la situazione sia difficile, anche dal punto di vista della percezione sull'opinione pubblica e della necessità di garantire gli equilibri politici; ma tutto ciò non può scavalcare le ragioni di un popolo che ha ritrovato la propria unità d'intenti ed è oggi modello di convivenza per tutto il mondo.

Per questo il PATT, come ha ribadito il suo ufficio politico di lunedì scorso, chiede ai tre Presidenti di mantenere alta l'attenzione e di tenere stretti i contatti con Vienna e con Roma perché ogni misura introdotta al Brennero sia valutata con attenzione e provochi il minor impatto possibile sia per i cittadini dell'Euregio che per gli operatori economici.

Sarebbe devastante se si costruissero delle barriere in filo spinato sul modello ungherese. Vorrebbe dire portare indietro le lancette della storia, senza tener conto che queste misure, come il caso ungherese dimostra, sarebbero assolutamente inefficaci:non è di certo per un muro o per un confine che si ferma chi cerca riparo dalla guerra e dal terrore. A tutto questo s'aggiungerebbero i danni economici, anche questi devastanti. Non dimentichiamoci che il Brennero è la porta di collegamento tra un parte d'Europa mediterranea e quella mitteleuropea.

Certo - prosegue Panizza - capiamo le preoccupazioni austriache. Oggi, assieme alla Germania, l'Austria è il Paese sul quale più insistono i flussi migratori con diversi canali d'accesso al territorio nazionale. È evidente che l'Austria, come abbiamo detto molte volte per l'Italia, da sola non può far fronte al problema. Perché un milione di profughi sono un'emergenza per un Paese di 8 milioni e mezzo come di 60 milioni di abitanti, ma diventano un fatto affrontabile per un Continente di 500 milioni di persone. Deve restare ed essere sempre di più una questione che riguarda tutta l'Europa. I Paesi dell'est devono prendersi le loro responsabilità. È inaccettabile l'atteggiamento pregiudizievole e di scarsa collaborazione che non consente all'Europa di avere una politica condivisa sul tema.

Per questo il PATT auspica che qualunque iniziativa austriaca venga concertata con gli altri paesi europei a cominciare dall'Italia. La politica dello scaricabarile non risolve i problemi ma li sposta solo di qualche decina di km, per renderli sempre più gravi.

È un momento delicatissimo. In alcun modo l'Europa e i nostri territori devono rimettere indietro le lancette della storia".

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