Franco Panizza

Franco Panizza

IL CORAGGIO DI ESSERE PROTAGONISTI (sintesi della tesi congressuale)

  • Creato Mercoledì, 20 Gennaio 2016 14:56

IL CORAGGIO DI ESSERE PROTAGONISTI
Passione, Governo, Autonomia


Sintesi della tesi congressuale presentata da:
Franco Panizza - candidato alla Segreteria politica
Simone Marchiori - candidato alla Vicesegreteria politica

 

Il perché di una scelta

Quello che ci attende non è un congresso come tutti gli altri. Mai, come in questa fase, la nostra Autonomia è in pericolo, sottoposta ad attacchi da parte di un'opinione pubblica nazionale che non vuole coglierne il valore in termini di sviluppo e di responsabilità, ma vuole ridurla alla stregua di piccolo privilegio localistico.

Vi è poi un quadro politico litigioso e frammentato, che alimenta sentimenti di disaffezione e distanza da parte dei cittadini.

Noi crediamo che per affrontare una fase così complicata, vi sia bisogno di un PATT che dia una prova di grande maturità, una comunità politica unita e in grado di portare avanti processi di apertura, di crescita, di rinnovamento.

Un processo già avviato in questi anni, grazie all’impegno generoso, competente e appassionato di tantissimi iscritti e simpatizzanti, che però oggi necessita di un'accelerazione. Per far crescere una classe politica che sia in grado di misurarsi con le sfide che ci attendono, per difendere la nostra autonomia, per far crescere il Trentino, per rendere il PATT sempre più protagonista nella vita politica della nostra terra.

La responsabilità di essere alla guida dell’autonomia

Nel 2018, quando si tornerà al voto, gli elettori giudicheranno il PATT soprattutto in relazione all'operato del Governo provinciale e regionale. Su di noi c'è stato un grande investimento di fiducia - a cominciare dall'elezione diretta di Ugo Rossi, per proseguire con il raddoppio dei voti alla nostra lista - che si onora attraverso una incisiva azione di governo.

Se fossimo all’opposizione il nostro compito sarebbe sicuramente più facile, ma altrettanto sicuramente meno incisivo ed efficace. Sarebbe sufficiente far sentire la nostra voce, fare le nostre battaglie, far capire a chi governa che esistiamo e che abbiamo qualcosa di importante da dire e da fare.

Anche quando eravamo in maggioranza, ma con posizioni decisamente più marginali, essendo il più piccolo dei tre partiti del Centro Sinistra Autonomista, situazione che ha caratterizzato le ultime due legislature, avevamo qualche spazio di manovra in più e soprattutto non dovevamo farci carico della complessità dei problemi. Oggi non è più così e le responsabilità che ci ricadono sulle spalle sono elevatissime e non possiamo scaricarle sulle spalle altrui. Il passo in avanti, decisivo, che abbiamo compiuto in questa legislatura è stato quello di esprimere il presidente Rossi, il Presidente del Trentino. A volte abbiamo l’impressione che questo passaggio non sia stato sufficientemente capito e interiorizzato nel suo profondo e cruciale significato dalla base del Partito.

Non possiamo nasconderci. Non può esistere un partito che si mostra riluttante davanti al mandato degli elettori.

Dobbiamo sostenere il Governo ricordandoci ogni giorno che, per tutti i Trentini, è il nostro Partito a guidare la Provincia e la Regione. Il che non vuol dire trasformarsi in spettatori che fanno il tifo per il Presidente, ma essere ancor di più protagonisti nella capacità di sapersi far carico dei problemi e di saper trovare le soluzioni, di coadiuvare i nostri assessori nel loro operato, nell'arricchire e nell'innalzare la qualità dell'azione amministrativa.

Esprimere, con un’elezione diretta, la principale carica della nostra Autonomia è un grande onore, impensabile fino a qualche anno fa, ma è anche un grande onere, che dobbiamo saperci assumere e sostenere politicamente e amministrativamente. E questo vuol dire che i nostri interessi, quelli del nostro Partito, devono avvicinarsi quasi a coincidere con quelli del Trentino, della sua Autonomia, dei problemi del suo oggi e del suo domani.

Accettare la sfida del Governo provinciale, cioè accettare di essere Autonomisti non solo nelle intenzioni, pur nobili, ma anche nei fatti, con la loro problematicità, è il passaggio che il nostro Partito deve saper compiere, pena il rinunciare alla sua missione più alta e impegnativa: essere in grado di guidare l’autonomia, con quello che ciò comporta in termini di valori (saper disegnare la rotta), in termini di capacità (saper governare la nave), in termini di responsabilità (non anteporre gli interessi di bottega a quelli più generali del Trentino).

Un Partito all’altezza delle sfide

Per poter essere davvero un partito di governo, all’altezza delle sfide e delle aspettative dei Trentini, che non rinnega ma rilancia la propria storia e la propria identità, dobbiamo innanzitutto partire dal nostro interno, adeguando le nostre strutture ed i nostri strumenti al mutare del contesto globale. Non possiamo negare la rivoluzione digitale che sta modificando nel profondo le forme della politica, non solo dal punto di vista comunicativo o organizzativo, ma soprattutto circa il modo con cui i cittadini guardano e valutano da vicino l'operato degli attori politici.  

Ma, soprattutto, non possiamo permetterci di non riuscire a comunicare con quella fascia di popolazione, soprattutto i giovani, che ormai traggono ogni loro informazione dalle nuove tecnologie. Dobbiamo essere un partito che sa prendersi cura della propria comunità politica, rendendola sempre più parte attiva di processi partecipativi e decisionali, che apre le sue porte per permettere a chiunque condivida i nostri valori di poter portare energia, passione, competenze.

Dobbiamo, insomma, adeguare la nostra azione ai tempi moderni, per colmare quel distacco che ormai esiste fra cittadini e politica. Autonomia è partecipazione e dobbiamo essere noi i primi a coinvolgere e mantenere coinvolti i Trentini nell’amministrazione della cosa pubblica, nell’autogoverno della nostra terra.

Tutto ciò implica anche un’attenzione particolare al coinvolgimento di nuove persone all’interno del nostro Partito: non solo giovani leve da far crescere al nostro interno, ma anche tutti coloro che considerano l’Autonomia il bene primario e imprescindibile per la nostra terra e hanno voglia di mettersi a disposizione e di portare avanti i nostri ideali e la nostra azione di governo.

Non siamo e non vogliamo essere un Partito liquido, di opinione o di un uomo solo al comando. Siamo un Partito di popolo, radicato nel territorio, che ha il suo capitale principale nelle persone che ne fanno parte, sul loro coinvolgimento, sulla loro partecipazione. Che oggi deve mettere a valore le molte risorse politiche che sono cresciute forti in questi anni.

Per tutte queste ragioni pensiamo anche che sia necessaria una revisione dello statuto del nostro Partito per far sentire il Popolo Autonomista un tutt’uno con il proprio Partito, a cominciare da una maggiore centralità delle Sezioni che per noi rappresentano i veri pilastri del Partito.

Governare una Provincia come la nostra, assimilabile per competenze ad un piccolo Stato, va fatto con la preparazione di una classe dirigente competente, attraverso una base motivata e vitale, dalla quale raccogliere spunti, richieste, necessità ed anche critiche. Quella che dobbiamo creare è una comunità politica e una squadra capace e coesa.

Di pari passo, però, vanno snelliti e rivisti tutti gli altri organismi interni, cercando di metterli sempre più in relazione: è attraverso una fitta rete di scambi e proposte, di pareri e di giudizi che si cresce. I vertici devono essere in contatto con tesserati e simpatizzanti e viceversa per far sì che vi sia una comunicazione costante fra tutti i livelli. Importanza particolare va riservata ai due Movimenti, Giovanile e Femminile, che rappresentano la risorsa più importante per il Partito. Il primo come vivaio in cui si forma la classe dirigente del Partito, il secondo come palestra per riconoscere e valorizzare l’apporto positivo che le donne possono e devono dare alla vita del Partito e nell’impegno istituzionale.

Costruiamo oggi il nostro futuro

È evidente che tutto questo richiede un grande sforzo in termini di capacità di elaborazione politica, di organizzazione interna, di presidio dei temi più generali trovando soluzioni che non accontentino solo le istanze interne al nostro Partito, ma anche quelle del Trentino, della nostra terra, con le sue varietà nei modi di essere e di agire. Questa è la sfida che dobbiamo vincere per essere davvero Autonomisti, nel senso più nobile e autentico. Autonomisti in grado di guardare a testa alta la nostra gente, tutta la nostra gente, con la consapevolezza che essere all’altezza della difficilissima situazione in cui ci troviamo richiede un impegno straordinario e una generosità altrettanto straordinaria. Per dare risposta ai bisogni dell’oggi e ancor più a quelli del domani non possiamo ricorrere agli slogan o alle frasi ad effetto. Dobbiamo metterci in gioco e gestire la complessità del mondo reale, con le sue contraddizioni e le sue inadeguatezze.

La nostra tesi congressuale, che abbiamo condiviso con moltissimi iscritti, vogliamo specificarlo, non ha nessuna pretesa di rappresentare un programma di governo. Abbiamo trattato le tematiche in maniera generale perché siamo convinti che le soluzioni non possano derivare dall’elaborazione di poche persone, ma da un percorso di condivisione e approfondimento che coinvolga quante più persone possibili, sia esterne che interne al Partito.

Era questo il modo di agire che ha caratterizzato l’iniziativa di “Trentino Coraggioso”. È questo il modo di agire che sta caratterizzando i cinque tavoli di lavoro nati proprio da quell’incontro, è questo il metodo di lavoro che dovrà caratterizzare il “nuovo” PATT che secondo noi dovrà uscire dal prossimo congresso.

Un PATT orgoglioso della propria storia, ma aperto al confronto con gli altri territori. Un PATT al passo con i tempi, che sa imparare da chi fa meglio, ma sa anche far tesoro degli sbagli altrui. Un PATT che si apre al confronto e all’elaborazione politica anche di chi, pur non appartenendo al Partito, decide di lavorare assieme a noi per far crescere la nostra terra. Non dobbiamo, infatti, avere paura di confrontarci. Dobbiamo, semmai, avere la capacità di raccogliere le soluzioni migliori e adattarle alla nostra realtà.

Uniti per far crescere il Trentino e la sua Autonomia

Il Trentino che abbiamo in mente è una terra che guarda al futuro con la forza e lo spirito che viene dalla sua storia e dalle sue radici.

Un Trentino che sappia rinnovarsi senza rinnegare il passato, conciliando competizione e solidarietà, senza la paura del confronto.

Un Trentino (e un’economia) non dipendente (o meno dipendente) dalle risorse pubbliche.

Un Trentino capace di esaltare i suoi tratti caratteristici, dalla coesione sociale al valore del lavoro, dalla cooperazione alle nuove tecnologie.

Un Trentino che sa che la sua principale risorsa sono le sue persone e che valorizza lo straordinario giacimento di competenze e laboriosità che da sempre contraddistingue la nostra storia.

Un Trentino in grado di conquistare un’autonomia piena, compiuta, aderente alle aspettative e ai bisogni di tutti.

Un Trentino aperto al confronto globale, ma, nel contempo, in grado di alimentare la sua specialità, la sua unicità, la sua irripetibilità.

Questo è il contributo che la nostra tesi congressuale intende offrire al programma politico del PATT.

Ci rendiamo conto che è una sfida difficile, ma abbiamo tutte le carte in regola per poterla affrontare e vincere.

L'alta responsabilità che ci è stata affidata ce lo impone e di questo dobbiamo rendere conto non solo al Partito, ma soprattutto al Trentino.

I risultati del governo autonomista

Leggendo le altre tesi congressuali, abbiamo avuto la netta impressione che non vi sia piena consapevolezza dei risultati che, pur in un momento di grandissima difficoltà, il Governo a guida autonomista ha saputo portare a casa. Qualcuno addirittura ne mette in discussione la coerenza con le battaglie storiche degli autonomisti.

Proviamo, in estrema sintesi, ad elencare alcuni dei risultati ottenuti.

Finalmente, dopo anni di contenziosi, siamo riusciti a stabilizzare, grazie all’accordo firmato dal PATT e dalla SVP con il centrosinistra nazionale prima delle politiche del 2013, i rapporti finanziari con lo Stato e a blindare e addirittura a valorizzare la nostra Autonomia speciale anche nella nuova riforma costituzionale. Se non vi fosse stato l’accordo promosso dagli autonomisti, oggi la nostra Autonomia sarebbe compromessa. Non solo, ma siamo riusciti a far sì che il Presidente Renzi, una volta trovato l’accordo, lo comunicasse a Vienna dimostrando così la natura internazionale della nostra specialità.

Si pensi poi alla nuova normativa sugli appalti per suddividere le opere e assegnarle alle imprese locali; ai 200 milioni di sgravi fiscali per le imprese e all’introduzione, novità assoluta, del credito d’imposta che per il solo 2015 ha fruttato alle imprese 26 milioni di detrazioni. Ma pensiamo anche alla riduzione dell’IRAP molto più alta rispetto al resto d’Italia e anche rispetto alla Provincia di Bolzano, alle aliquote agli incentivi per attrarre nuovi investimenti in Trentino, all’esenzione dall’addizionale IRPEF per i redditi inferiori a 20mila euro, all’eliminazione dell’IMIS sulla prima casa, alla rimodulazione delle aliquote IRAP e della riduzione IMIS sui fabbricati che comporterà 40 milioni di benefici fiscali. E parliamo ancora della riforma delle Comunità di Valle, della riduzione del turn over nel lavoro pubblico, degli interventi per 164 milioni di euro a favore delle famiglie, del trilinguismo nelle scuole finalmente operativo, di una riforma urbanistica che semplifica in maniera radicale tutte le procedure, della riforma della dirigenza a termine finalizzata a premiare il merito, dell’investimento sulla banda larga per raggiungere anche le zone più lontane.

E, ancora, vogliamo ricordare il rapporto mai così forte con Bolzano; la presidenza dell’Euregio per i prossimi due anni in capo ad un autonomista, il rafforzamento della Rappresentanza unitaria a Bruxelles. E, per finire, il rinnovo della concessione dell’A22 che porterà ben 3,5 miliardi di euro di investimenti.

Queste non sono battaglie storiche degli autonomisti?

Il rapporto con il governo provinciale

Sempre secondo le altre tesi congressuali, rileviamo l’osservazione che il Partito sarebbe attualmente troppo appiattito sul Governo provinciale, dimenticando che le nostre Giunte provinciale e regionale sono guidate da un autonomista, Ugo Rossi, tra l'altro già Segretario politico del nostro Partito.

Partiamo innanzitutto dai dati che vedono il nostro Partito determinante in ogni scelta degli ultimi anni: ha ottenuto il seggio senatoriale di Trento e le primarie per la scelta del presidente della Provincia; ha vinto queste ultime e ha raddoppiato i consensi alle elezioni provinciali; ha guadagnato un rapporto di piena parità con la SVP ed ha sottoscritto, per la prima volta nella storia, un accordo politico, da noi promosso, con SVP, UAL e Union Valdôtaine; ha ottenuto l’adesione come osservatore al PPE, il maggior partito europeo. Il Presidente Renzi ha citato addirittura il PATT come modello di efficacia politica territoriale nel suo discorso di insediamento al Senato.

È cresciuta nel Partito una classe dirigente in buona parte nuova e finalmente dotata di una nutrita presenza femminile, fortemente impegnata negli enti locali. Siamo l’unico partito ad aver avviato una forte operazione di coinvolgimento e di elaborazione di idee e progetti: il “Trentino Coraggioso”, che ha lanciato 10 sfide per il Trentino e promosso cinque tavoli tematici che hanno visto partecipare, oltre a rappresentanti a tutti i livelli del Partito, alcuni fra i migliori esperti anche a livello nazionale.

Non dobbiamo certamente essere autoreferenziali ma, questo sì, più orgogliosi dei risultati che abbiamo ottenuto e che dobbiamo promuovere e divulgare meglio.

Non ha alcun senso che il Partito si contrapponga al proprio Presidente autonomista: certamente dobbiamo portare avanti le nostre iniziative e dobbiamo sostenerlo, anche in maniera critica, nei rapporti con gli altri partiti della coalizione; ma non avrebbe alcun senso che il Partito e il Presidente Rossi viaggiassero su binari diversi. Rossi non offusca l’immagine del Partito, ma al contrario la legittima e la rafforza e le ultime elezioni lo hanno dimostrato.

Questa è la scelta vera che dovremo fare al prossimo congresso e da qui si giudicherà la maturità del nostro Partito. Questa è la responsabilità che ognuno di noi deve assumersi, evitando di compiere gli errori del passato, quando, a furia di attaccare il nostro presidente Andreotti, l’elettorato ci bocciò e premiò Dellai e la Margherita.

In conclusione

In un momento di grande frammentazione politica e di crescenti fibrillazioni, è fondamentale disporre di una guida sicura e autorevole che garantisca l'unità del Partito, ma che sia anche in grado di portarne avanti l'apertura e il rinnovamento. Il vero rinnovamento non è nel rottamare chi c'era prima, ma nell’aiutare a crescere le risorse interne, ragionando sulle idee, confrontandosi e discutendo, anche animatamente, ma avendo alla fine la capacità di decidere e di scegliere insieme.

Percepiamo oggi una domanda di buona politica, una politica che sia progetto e cambiamento, una politica che abbia l'ambizione di ripensare il Trentino e il suo sviluppo, che pensi alle prossime generazioni e non alle prossime elezioni.

Il Partito non è un fine ma uno strumento, e questo strumento deve saper intercettare la complessità dei problemi, tradurli in atti concreti a favore delle nostre comunità.

L'Autonomia è nelle nostre solide radici, ma anche nel nostro sguardo lungo. Per un Trentino moderno, capace di sfruttare la sua unicità per vincere le impegnative sfide che ci attendono.

Vogliamo rinunciare a questa missione che ci hanno affidato i trentini con il loro voto? Vogliamo tornare ad essere buoni gregari, ma pur sempre gregari, e lasciare ad altri il compito di guidare e di rappresentare la nostra Autonomia con il nostro patrimonio di valori secolari? Se è pur vero che l’avere un presidente autonomista ci costringe qualche volta a fare sintesi con gli alleati della coalizione, possiamo pensare che quando avremo un presidente non autonomista ed espressione di un partito nazionale sarà più facile portare avanti i nostri obiettivi? Pensiamo veramente che distinguere il nostro Partito rispetto al suo presidente sia una mossa che ci rafforza?

Noi crediamo di no. Il PATT è cultura di governo, orgoglio della tradizione, capacità di costruire il futuro della nostra meravigliosa terra.

Insieme, con una squadra forte e unita, ci riusciremo!

(scarica qui la versione integrale)

                                                       
                                                                                     

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